Opere su carta: disegni, dipinti e stampe dal secolo XV al XIX

1 OTTOBRE 2019
Asta, 0316
51

François Boucher                                                          

Stima
€ 6.000 / 8.000
Aggiudicazione  Registrazione

François Boucher

(Parigi, 1703  1770)

DIANA E ENDIMIONE

matita nera, biacca, carta vergellata, entro montaggio originale di J. B. Glomy, mm 278x374

                                                                          

DIANA AND ENDYMION

black chalk, heightened with white, laid paper, laid down on an original Glomy mounting, mm 278x374

                                                                          

Iscrizioni 

"F Boucher" a penna in basso al centro; "F. Bouche" a penna in basso sul montaggio

                                                                          

Provenienza

Parigi, collezione J. B. Glomy (Lugt 1085); mercato antiquario; Firenze, collezione R. Fuda (marchio in basso a destra sul montaggio).

 

Bibliografia di riferimento

A. Laing, The drawings of François Boucher, New York 2003

 

Disegnatore assai prolifico, François Boucher realizzò su carta una grandissima quantità di soggetti impiegando un variegato ventaglio di tecniche. Cospicuo il nucleo di disegni raffiguranti putti e cupidi e voluttuose figure femminili, nude o drappeggiate, all’interno del quale riuscì a connotare e rendere unico ogni singolo foglio attraverso originali varianti.

Nonostante non possa essere riconosciuto quale progetto per alcuno dei suoi dipinti e soffitti noti, o finalizzato a una traduzione in incisione, ben riconoscibili sono i corpi tondeggianti dei putti alati e la sinuosità dei profili di Diana e Endimione raffigurati sull’esemplare offerto, da considerarsi pertanto autografo del pittore francese. Significativo il confronto per esempio con I cupidi che incoronano le tre Grazie di ghirlande di fiori della collezione W. Dressmann esposto alla mostra organizzata presso la Frick Collection di New York nel 2003 e pubblicato nel relativo catalogo (A. Laing, The drawings of François Boucher, New York 2003, scheda 78, pp. 202-203): la datazione lì proposta, 1760 circa, può essere presa come riferimento anche per il nostro caso. Analogo è l’intento di modellare i volumi attraverso un fitto tratteggio di brevi linee volto a ottenere un maggiore pittoricismo, anche grazie all’uso di sfumino e liquidi rialzi di biacca, rispetto alle prove giovanili dove maggiore risalto era dato alla linea di contorno.

Da rimarcare la provenienza del disegno, in quanto appartenente nella seconda metà del Settecento alla collezione di Jean Baptiste Glomy, esperto conoscitore di grafica e incorniciatore, a cui si deve anche l’invenzione di un nuovo metodo di montaggio per disegni e stampe che riscosse parecchio successo presso i suoi contemporanei.