Tesori Ritrovati Impressionisti e Capolavori Moderni da una raccolta privata

29 OTTOBRE 2019
Asta, 0315
51

Pavel Mansouroff

Stima
€ 2.000 / 3.000
Aggiudicazione  Registrazione

Pavel Mansouroff

(Sankt-Petersburg 1896 - Nice 1983)

 

COMPOSIZIONE ASTRATTA

1973

firmato in basso a destra

olio su compensato

cm 79,5x39,8

sul retro: iscritto “Mansouroff 1973”, iscritto “19A / SEHB142 / olio-legno 1973 80x40 cm”, etichetta della Galleria Acerbi di Forte dei Marmi, etichetta della mostra Opere di Paul Mansouroff

 

ABSTRACT COMPOSITION

1973

signed lower right

oil on plywood

31 3/8 by 15 5/8 in

on the reverse: inscribed “Mansouroff 1973”, inscribed “19A / SEHB142 / olio-legno 1973 80x40 cm”, label of the Galleria Acerbi, Forte dei Marmi, label of the exhibition Opere di Paul Mansouroff

 

Provenienza

Forte dei Marmi, Galleria Acerbi

 

Esposizioni

Opere di Paul Mansouroff, Palazzo Reale, Caserta, 24 settembre – 22 ottobre 1983.

 

Bibliografia

Opere di Paul Mansouroff, catalogo della mostra (Palazzo Reale, Caserta, 24 settembre – 22 ottobre 1983), Caserta 1983, n 40.

 

Mansouroff occupa giovanissimo un posto di rilievo nell'avanguardia astratta sovietica. Lasciata la Russia sul finire degli anni Venti, si stabilisce a Parigi e interrompe l'attività espositiva per più di 25 anni, fino al 1957, quando, ormai sessantenne, decide di riprendere nuovamente a dipingere in maniera frenetica, orientando la sua produzione verso un'arte disinteressata, protesa verso l'assolutezza mistica o trascendente. Le sue tavole, esasperatamente verticali e di superficie irregolare, sono concepite come frammenti di natura organica su cui prende vita una "tensione" emozionale, mediante rapide variazioni di trasparenza cromatica e con rapidi passaggi luce-ombra. In linea con le teorie del filosofo suo connazionale Nikolaj Fedorovič Fedorov sulla posizione verticale come segno di vita, in opposizione a quella orizzontale come segno di morte, Mansouroff spiega come l'immutabile verticalità delle sue creazioni permettesse a lui e allo spettatore di elevarsi verso l'alto. Il ritmo delle sue tavole viene così scandito da forme geometriche, mantenute sempre in un ordine controllato e regolare, che andavano a formare un ampio repertorio decorativo attraverso il quale dar liberamente sfogo alla sua fantasia.

 

As a very young man, Paul Mansouroff occupied an important place among the Russian avant-garde abstract artists of the early Soviet period. He left Russia in the late Twenties, settled in Paris, and did not exhibit for more than 25 years, until 1957 when – by this time sixty – he decided to return to painting. His work was frenetic, his production oriented toward a “disinterested” art reaching toward mystical or transcendental absolutism. His panels, exasperatedly vertical and irregularly surfaced, are conceived as organic fragments in which an emotional “tension” is established via rapid variations of colour transparency and just as rapid shifts between light and shadow. In line with the theories of his fellow Russian, philosopher Nikolai Fyodorovich Fyodorov, concerning the vertical position as a sign of life as opposed to the horizontal position as a sign of death, Mansouroff explained how the immutable verticality of his creations permitted him, and the spectator, to rise on high. The rhythm of his panels is beaten out by geometric forms, always maintained in a controlled, regular order that go to form an extensive decorative repertoire on which he drew to give form to his imaginings.