Arte Moderna e Contemporanea

10 GIUGNO 2019
Asta, 0304
88

ANGELO SAVELLI

Stima
€ 10.000 / 15.000

ANGELO SAVELLI

(Pizzo 1911 - Brescia 1995)                                                       

Stato di grazia

1961                                                           

acrilico su tela

cm 90x70

al retro firmato, titolato e datato

 

State of grace

1961

acrylic on canvas

cm 90x70

on the reverse signed, titled and dated

 
Questo bianco....si riferisce ad una luce che viene fuori dall'oscurità, che deriva dall'associazione delle ombre del proprio io e che da ad un altro tipo di luce, un pò come la parola illuminazione. "

da " questo bianco" Angelo Savelli - Vittoria Biasi Stati del bianco, ed. Stampa Alternativa, Roma 1994

 

Angelo Savelli (Pizzo, 30 ottobre 1911 – Brescia, 27 aprile 1995),

Nel 1930 si trasferisce a Roma per frequentare i corsi alla Scuola Libera di Nudo e all'Accademia di Belle Arti dove consegue il diploma nel 1936.  Nel 1940 inizia a insegnare all’Accademia di Belle Arti e avvia il suo atelier in via Margutta 49,  partecipa e vince numerosi premi come il III e il IV Premio Bergamo  ( 1941 e 1942). Rientrato a Roma, dopo la chiamata alle armi, entrò a far parte dell’Associazione Art Club insieme a Severini, Tamburi, Turcato, Fazzini, Dorazio, Mafai, Corpora e Consagra, sviluppando vari percorsi e stili, dal figurativo all’astratto. Grazie a una borsa di studio nel 1948 si trasferisce a Parigi, città in continuo fermento  che le permetterà di allacciare rapporti e amicizie internazionali,  portandolo a una trasformazione artistica che  in Italia verrà accolta con scetticismo . Nel 1950 partecipa con due opere astratte alla XXV Biennale di Venezia, l’ambiente italiano risulta sempre più limitato e conservatore al tal punto che Savelli decide di trasferirsi a New York, dove  entra in contatto con artisti come Marcel Duchamp, Barnett Newman, Friz Giarner e Hans Richeter. Nel 1955 tiene la prima personale alla galleria  The Contemporaries,  nel 1957 partecipa ad una collettiva presso la Galleria Leo Castelli e nel 1958, sempre alla Leo Castelli, presenta la sua personale che riscuote grande successo e Castelli le propone un rapporto a contratto ma Savelli rifiuta rimanendo  libero da ogni condizionamento . Sono gli anni dedicati all’astrazione e al percorso verso il “bianco” che nel 1959 presenterà  per la prima volta  alla Tweed Gallery del Department of Art della University of Minnesota,  nello stesso anno partecipa con alcuni rilievi bianchi, alla Quadriennale d'Arte di Roma.
Si alternano le mostre tra l’America e l’Italia, oltre alle Biennali di Venezia (partecipò a cinque edizioni) espone anche alla galleria Il Cavallino di Venezia e al Naviglio di Milano, dove incontra Lucio Fontana al quale rimarrà legato da sincera amicizia: "Ci sono due forme di spazialità" scrisse Savelli. "Quella reale e terrena di Fontana, e quella mia che definirei eterica, in grado di comunicare con il subcosciente." A New York entra in contatto e stringe amicizia con esponenti dell'espressionismo astratto come Herbert Ferber, Robert Motherwell, Philip Pavia, Ad Reinhardt, Theodoros Stamos e Clyfford Still. Dal 1960, insieme a Piero Dorazio, organizza numerose mostre e programmi di studio per il Dipartimento di Belle Arti all'Institute of Contemporary Art della University of Pennsylvania, a Filadelfia. Nel 1962 inizia a produrre i primi lavori con la corda, realizzando undici opere litografiche a rilievo, bianco su bianco, presentate da Giulio Carlo Argan al Grattacielo di Milano, nel 1964 vince il Gran Premio della Grafica alla XXXIII Biennale di Venezia per i ventisette rilievi bianco su bianco. Nel 1966 insegna alla Columbia University di New York. Nel 1972 espone all’Everson Museum di Syracuse dove presenta il progetto
Illumine one. Nel 1976 realizza le prime tele senza telaio applicate direttamente sul muro, continuano gli anni d’insegnamento in America e si susseguono le numerose mostre e installazioni commissionate da enti istituzionali e privati. Al Pac (Padiglione d’Arte Moderna Contemporanea) di Milano, nel 1984, espone una serie di opere  bianco su bianco, mostra che riscuote grande interesse e  successo di pubblico e che, finalmente, permette a Savelli di avere il meritato riconoscimento anche in Italia.  Trascorre ancora lunghi periodi a New York alternati alla sua presenza in Italia, dove nel 1991 a Lamezia Terme, viene creato il Centro d’Arte Contemporanea Angelo Savelli. Gli anni ’90 sono l’inizio della sua collaborazione con Fondazione Prada, la partecipazione alla XLV Biennale di Venezia con una sala personale, e dell’antologica al Museo d’Arte Contemporanea “Luigi Pecci” di Prato, mostra che non riuscirà a vedere realizzata a causa della sopraggiunta morta il 27 aprile 1995.