DIPINTI ANTICHI

14 MAGGIO 2019
Asta, 0295
7

Jan Frans van Bloemen, l'Orizzonte e Placido Costanzi

Stima
€ 20.000 / 30.000

Jan Frans van Bloemen, l'Orizzonte e Placido Costanzi

(Anversa, 1662 – Roma, 1749)

(Roma? 1702 – Roma, 1759)

PAESAGGIO CON SACRIFICIO DI ISACCO

PAESAGGIO CON LA MADDALENA PENITENTE

coppia di dipinti, olio su tela, cm 41x32,5

(2)

 

LANDSCAPE WITH THE SACRIFICE OF ISAAC

LANDSCAPE WITH THE PENITENT MARY MAGDALENE

oil on canvas,a pair,  cm 41x32,5

(2)

 

Provenienza

Albano Laziale, collezione Castel Savelli

 

Bibliografia

A. Busiri Vici, Jan Frans van Bloemen, “Orizzonte” e l’origine del paesaggio romano settecentesco, Roma 1974, p. 117, nn. 255-256, figg. 126-127

 

Come già indicato da Andrea Busiri Vici che per primo li ha pubblicati, i nostri dipinti facevano parte di una serie di quattro, ora divisa, in cui figure di santi nel paesaggio si accompagnavano a soggetti vetero-testamentari, tutti eseguiti da Placido Costanzi: oltre ai nostri la serie comprendeva San Francesco in preghiera e Agar e Isamele.

Tutti e quattro i soggetti sono descritti nell’inventario di Filippo III Colonna del 1783, mentre in quello del cardinale Girolamo II Colonna del 1763 compaiono solo “un Ovato con Sacrificio di Abramo” e “un Ovato con San Francesco in estasi con due angeli”.

Sebbene le misure di due palmi per uno corrispondano alle nostre, l’indicazione del rame quale supporto dei dipinti nell’inventario del 1783 ne vieta l’identificazione con la serie pubblicata da Busiri Vici e quindi con la coppia qui offerta, che ne costituisce verosimilmente una seconda versione.

Le bellissime figure di Placido Costanzi, collaboratore dell’Orizzonte in molteplici occasioni tra cui la decorazione del Coffee-House nel giardino del Quirinale, voluta da Benedetto XIV, conferiscono un interesse particolare ai paesaggi di Jan Frans van Bloemen, lasciando intuire l’importanza della loro originaria committenza.

Lo stesso Costanzi, del resto, aveva conservato per sé otto diversi paesaggi di Van Bloemen arricchiti dalle proprie figure, tra cui due coppie di tele ovali, il cui soggetto non è purtroppo specificato nell’inventario del suo studio in via del Babuino, nel 1759. Nulla vieta di pensare che si tratti proprio dei nostri dipinti e dei loro pendants, ormai divisi.