Importanti maioliche rinascimentali

17 APRILE 2019
Asta, 0294
34

PIATTO, VENEZIA, BOTTEGA DI MASTRO DOMENICO, 1570 CIRCA

Stima
€ 3.000 / 4.000
Aggiudicazione  Registrazione

PIATTO, VENEZIA, BOTTEGA DI MASTRO DOMENICO, 1570 CIRCA

in maiolica decorata in policromia con blu di cobalto, giallo antimonio, giallo arancio, verde ramina e bruno di manganese. Sul retro iscrizione Abran e lettere di collezione in bruno, sovracoperta in corsivo LFT; alt. cm 4,8, diam. cm 29,5, diam. piede cm 11

 

A DISH, VENICE, WORKSHOP OF MASTRO DOMENICO, CIRCA 1570

 

 

Il piatto ha profondo cavetto e larga tesa obliqua con orlo arrotondato, il retro poggia su un basso piede ad anello appena accennato, è listato di giallo a segnare le forme escluso il piede, al centro del quale è delineata in corsivo in blu di cobalto la scritta Abran.

Sul fronte una scena istoriata con più momenti rappresentati su diversi piani. Il paesaggio è aperto e vede sullo sfondo a destra una ricca città con edifici a cupola, al centro un complesso e variegato paesaggio, a sinistra una casa con un largo cortile con un pozzo, ed una figura femminile che esce allarmata da un cancelletto aperto; alla sua destra un fanciullo governa degli armenti, mentre sullo sfondo un vecchio è inginocchiato davanti a tre figure alate. Si tratta della narrazione, realizzata qui con grande maestria pittorica sia nella resa dei piani prospettici, sia nel totale dominio della materia, del momento in cui Abramo riceve da Dio sotto aspetto di tre viandanti la notizia che l’anno successivo l’anziana moglie Sara avrà un figlio: e proprio la moglie Sara sembra qui presagire l’evento o comunque indicare la scena. Il nome di Abramo nella forma qui utilizzata compare solo nella Genesi 11,26 e 17,5, in Neemia 9,7 e nelle Cronache I, 1,26.

L’opera per stile e decoro trova riscontro nelle migliori interpretazioni su forme aperte della bottega di mastro Domenico, che sappiamo essere stato anche pittore, ma di cui conosciamo solo pochi esemplari firmati. Citiamo qui ad esempio un piatto in collezione privata con l’Incontro tra Giuda e Tamara (A. Alverà Bortolotto (a cura di), Maioliche veneziane del Cinquecento da collezioni private, Galleria Canelli, Milano 1990, n. 17), nel quale ritroviamo la stessa suddivisione e distribuzione della scena in più piani, lo steccato in primo piano ed il pastore con gli armenti. Ma è soprattutto nei grandi vasi presenti proprio in questo catalogo che si riscontra un paesaggio del tutto simile a quello della città che compare sullo sfondo del nostro piatto.