ARCADE | DIPINTI DAL XIV AL XX SECOLo

26 FEBBRAIO 2019

ARCADE | DIPINTI DAL XIV AL XX SECOLo

Asta, 0290
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
ore 10.30 Lotti 1-120

ore 14.30 Lotti 121-234

ore 16.30 Lotti 251-436
Esposizione
FIRENZE
22 - 25 febbraio 2019
orario 10-13 / 14-19 
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   100 € - 40000 €

Tutte le categorie

31 - 60  di 417
49

Orazio Riminaldi

(Pisa, 1593 - 1630)

ALLEGORIA DELLA CONVERSIONE ALLA VITA MONASTICA

olio su tela, cm 90x115,5

 

ALLEGORY OF THE MONASTIC CONVERSION

oil on canvas, cm 90x115,5

 

Provenienza

Collezione privata

 

Di non immediata comprensione iconografica, questo dipinto potrebbe rappresentare la rara iconografia della conversione alla vita monastica da parte di un giovane.

Al centro del dipinto, un giovane ben vestito, inginocchiato, porta la mano destra al petto nel chiaro gesto di risposta ad una chiamata da parte dell’anziano monaco in piedi sulla sinistra. In prima battuta avevo pensato di identificare la figura del monaco con san Benedetto da Norcia per via dell’aspetto e dell’abito monastico; tuttavia, l’assenza di qualsiasi forma di aureola o di richiamo alla santità mi ha fatto desistere da questo riconoscimento. Davanti al giovane è raffigurata l’allegoria dell’anima beata come si deduce dalla presenza della fiammella che arde sul capo del bambino nudo che indica al giovane il monaco.

In primo piano sulla destra è raffigurato Cupido piangente con ai piedi gli strumenti spezzati della sua arte, l’arco e la faretra. Sul fondo a destra, alle spalle di Cupido vi sono tre figure; facilmente riconoscibile è quella in ultimo piano: si tratta di un satiro che probabilmente ha amoreggiato con la giovane donna posta sull’estrema destra, mentre l’altra giovane - che dà le spalle al monaco - con in mano uno specchio è una chiara allegoria della vanità.

Dunque, da questa rapida descrizione è possibile interpretare iconologicamente il dipinto come la rinuncia da parte di un giovane signore ai piaceri ed ai vizi della vita secolare per abbracciare (si veda il gesto delle braccia aperte e protese del monaco nei suoi confronti) la vita monastica, spirituale, spronato dall’Anima beata.

In mancanza di ulteriori dettagli è per me difficile al momento avanzare ipotesi sull’identificazione del giovane e sull’eventuale origine storica o letteraria della scena di conversione qui raffigurata.

Per quanto riguarda l’autore di questo bel dipinto, ritengo che esso vada individuato nel maestro pisano Orazio Riminaldi in un momento cronologicamente precoce della sua produzione, intorno al 1615-1618. Se decisamente ‘riminaldesche’ sono le figure dell’anziano monaco, del satiro e della Vanitas, caratterizzate da fisionomie di piglio naturalistico e da posture ancore tardomanieriste, meno convincenti appaiono i confronti con le figure di Cupido e con quella del giovane ‘converso’ che tradiscono minore qualità (probabilmente a causa di una conservazione non perfetta della pellicola pittorica).

I dipinti accostabili stilisticamente a questa Allegoria sono il Martirio di santa Caterina d’Alessandria (Assisi, Museo diocesano) e la Vestizione di santa Bona (Pisa, chiesa di S. Martino) soprattutto nella resa cromatica e degli incarnati con il particolare effetto levigato tipico di Riminaldi, e per i delicati contrasti chiaroscurali, i panneggi ridondanti e orlati di luce, il punto di vista ribassato che proietta le figure contro il cielo e soprattutto il rapporto dinamico tra luce ed ombra.

 

Pierluigi Carofano

 

Stima   € 7.000 / 10.000
Aggiudicazione  Registrazione
56

Lorenzo De Caro                                                           

(Napoli 1719-1777)                                                        

LA SACRA FAMIGLIA                                                         

olio su tela, cm 140x200                                                          

firmato "L. de Caro" in basso a destra                                      

                                                                          

THE HOLY FAMILY                                                           

oil on canvas, cm 140x200                                                         

signed "L. de Caro" in the lower right                                    

                                                                          

Inedito e apparentemente non replicato, il bel dipinto che qui presentiamo

si collega alla produzione di destinazione pubblica di Lorenzo De Caro,   

documentata a partire dal 1740.                                           

Nelle figure di ampie proporzioni, fortemente caratterizzate nei tratti e 

definite da intenso chiaroscuro che modula la vivace gamma cromatica      

consueta allartista, lopera conferma la formazione di Lorenzo De Caro sui 

modi del tardo Solimena ma altresì quellattenzione alle opere sacre e     

profane di Gaspare Traversi, quasi esattamente suo contemporaneo,         

individuata per la prima volta da Ferdinando Bologna in un illuminante    

saggio del 1962.                                                          

Anche in questo senso, il nostro dipinto si distingue dalla più nota      

produzione di destinazione privata del De Caro, anchessa di soggetto sacro

ma prevalentemente dedicata alla raffigurazione di episodi biblici a      

piccole figure e in toni pastello.                                        

Anche per questo motivo il nostro dipinto costituisce uninteressante      

acquisizione al catalogo di un pittore che, sebbene ormai noto e sempre   

riconoscibile (anche perché solito firmare le sue tele per esteso) riserva

ancora sorprese.                                                          

Stima   € 12.000 / 18.000
Aggiudicazione  Registrazione
31 - 60  di 417