Opere su carta: disegni, dipinti e stampe dal XV al XIX secolo

3 OTTOBRE 2018

Opere su carta: disegni, dipinti e stampe dal XV al XIX secolo

Asta, 0281
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
ore 10,30                     
lotti 1-149

ore 15
lotti 150-317

Esposizione
FIRENZE
29 settembre - 2 ottobre 2018
orario 10-13 / 14–19 
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   0 € - 30000 €

Tutte le categorie

181 - 210  di 316
181
Stima   € 800 / 1.200
Aggiudicazione  Registrazione
186

Giandomenico Tiepolo

(Venezia 1727 - 1804 Madrid)

SANT’AMBROGIO

matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta vergellata, mm 191 x 140

 

SAINT AMBROSE

black chalk, pen and ink, brush and wash, laid paper, mm 191x140

 

 

Iscrizioni

“Dom Tiepolo” a penna sul piedistallo, autografa; “79” a penna nell’angolo superiore sinistro.

 

Provenienza

Collezione Marchese di Beauchamp, asta Christie’s, Londra, 15 giugno 1965, n. 156; Collezione Hardy; Collezione John e Alice Steiner (acquisito nel 1973); Collezione privata, Londra.

 

Esposizioni

Disegni Antichi dal Secolo XVI al XVIII, Galleria del Giudice, Genova

 

Bibliografia

A. Byam Shaw, The drawings of Domenico Tiepolo, Londra 1962, p. 42; A. Moir, Old Master Drawings from the Collection of John and Alice Steiner, Santa Barbara Museum of Art, 1986, n. 43, pag. 104 – 105.

 

Il foglio faceva parte di un album di disegni di Giandomenico Tiepolo appartenuto al marchese di Beauchamp, appassionato collezionista delle prove grafiche dell’artista.

Il Sant’Ambrogio presenta i caratteri distintivi propri di Giandomenico, allievo e collaboratore del padre sino alla morte di questi nel 1770: nonostante l’adesione al linguaggio paterno, a partire dalla metà del Settecento, nell’ambito del celebre cantiere decorativo all’interno del palazzo arcivescovile di Würzburg, inizia a distinguersi il suo stile personale.

Giandomenico allenta infatti la tensione lineare che scaturisce dai fogli di mano di Gianbattista, riuscendo tuttavia a restituire efficacemente un’apparenza tridimensionale alle figure. I veloci e ondulatori percorsi di penna e pennello sono frutto di una mano sicura e assai perita nel far emergere dalla superficie di carta forme e cose.

Lo spinto sottinsù e l’inclusione del podio hanno condotto Byam Shaw, che per primo pubblicò il nostro disegno, a suggerire una relazione con gli affreschi eseguiti nella villa della famiglia Tiepolo a Zianigno, realizzati verosimilmente intorno al 1791. Successivamente Alfred Moir ha aggiunto come calzante sia anche il confronto con un altro foglio, sempre nell’album appartenuto al Beauchamp prima menzionato, raffigurante un Ercole analogamente scorciato e posto su un podio, forse studio preparatorio per il Camerino dei Centauri della medesima villa.

 

 

Stima   € 5.000 / 7.000
187

Girolamo Mengozzi Colonna

(Ferrara, 1686 – Venezia, 1774)

STUDIO ARCHITETTONICO PER CORTILE CON TEORIA DI SCULTURE (a)

STUDIO ARCHITETTONICO PER CORTILE CIRCOLARE CON SCALINATA SULLA DESTRA (b)

STUDIO ARCHITETTONICO PER CORTILE CON FONTANA AL CENTRO (c)

tre disegni a matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta vergellata, mm 360x501 (a); 735x527 (b); 523x708 (c)

(3)

 

ARCHTECTURAL STUDY FOR COURTYARD WITH SCULPTURES (a)

ARCHTECTURAL STUDY FOR CIRCULAR COURTYARD WITH STAIRCASE (b)

ARCHTECTURAL STUDY FOR COURTYARD WITH FOUNTAIN (c)

three drawings, black chalk, pen and ink, brush and wash, laid paper, mm 360x501 (a); 735x527 (b); 523x708 (c)

(3)

 

 

Iscrizioni

"Cortile" sul recto in basso al centro, a penna (a); "Cortile", "Girolamo Colonna invenit" sul recto in basso a penna (b); "Deliziosa" sul recto in basso al centro, a penna (c).

 

Girolamo Mengozzi, meglio conosciuto come Girolamo Colonna, appellativo che pare derivare dal rapporto di lavoro che instaurò con la famiglia omonima in occasione del suo soggiorno romano alla metà degli anni venti, dopo la sua formazione a Ferrara si trasferì a Venezia collaborando per circa quarant'anni con Giambattista Tiepolo.

 All'interno degli importanti cantieri decorativi diretti dal Tiepolo, Colonna fu l'artefice delle elaborate quadrature dipinte che creano gli scenari entro cui si muovono i personaggi.

I rifiniti studi qui presentati sono una preziosa testimonianza della perizia di tale quadraturista nell'elaborazione di architture costruite attraverso una rigorosa intelaiatura prospettica e in grado di restituire ricercati effetti illusionistici.

Stima   € 3.000 / 5.000
191

Marco Marcola

(Verona, 1740 – 1793)

MORTE DI ARCHIMEDE

matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta vergellata, mm 286x412

 

DEATH OF ARCHIMEDES

black chalk, pen and ink, brush and wash, laid paper, mm 286x412

 

Iscrizioni

“Marco Marcola …” autografa, sul recto all’interno dello scudo in basso a sinistra, a penna

 

Provenienza

Collezione Wolfart Bürgi, Berna (Lugt 3400)

 

L’attività del veronese Marco Marcola, che in pittura alternò la grande decorazione ai quadri di costume, seguendo i modelli che gli giungevano da Venezia, è documentata da un considerevole corpus grafico conservato in diverse raccolte lombarde quali l’Accademia Tadini di Lovere (cfr. U. Ruggeri, Disegni dei Marcola I, in “Critica d’Arte”, 110, 1970, pp. 35-50; Id., Disegni dei Marcola II, in “Critica d’Arte”, 112, 1970, pp. 49-61.) e realtà museali italiane – il Museo di Castelvecchio a Verona (cfr. L. Romin Meneghello, Marco Marcola, pittore veronese del Settecento, Verona 1983, pp. 81-83.) e il Museo Correr a Venezia – e straniere (Louvre e Ermitage).

Il disegno qui presentato, raffigurante Archimede che, rifiutatosi di lasciare il tavolo da studio, nonostante gli fosse stato ordinato di presentarsi subito da Marco Claudio Marcello, conquistatore di Siracusa, viene trafitto dalla spada di un centurione romano, pone in luce le indiscusse doti di disegnatore del Marcola ed è confrontabile con le prove rese note da Ruggeri dell’Accademia Tadini. Il medesimo segno nervoso che anima gli ampi gesti dei personaggi, rendendoli protagonisti di una scena teatrale ancora di gusto barocchetto, si ritrova nella Rebecca al pozzo, o nelle Storie di Alessandro Magno di tale raccolta, e suggerisce una datazione avanzata, probabilmente fra l’ottavo e il nono decennio del Settecento.

 

 

 

Stima   € 1.200 / 1.700
Aggiudicazione  Registrazione
193

Francesco Guardi

(Venezia, 1712 – 1793)

SOTTOPORTICO DI PALAZZO DUCALE

penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato grigio-azzurro, biacca, carta vergellata applicata su tela, mm 380x300

 

 

PORTICO OF PALAZZO DUCALE

pen and ink, brush and grEy-blue ink, heightened with white, laid paper laid down on canvas, mm 380x300

 

Iscrizioni

“Franciscus Guardi inv. del. et pin.”

 

Provenienza

Torino, collezione F. Colonna; Milano, collezione Crespi; Roma, collezione privata.

 

Bibliografia

A. Morassi, Guardi. Tutti i disegni di Antonio, Francesco e Giacomo Guardi, Venezia 1975, p. 171, cat. 534.

 

Il Sottoportico di Palazzo Ducale rientrò a far parte del programma editoriale del libraio veneziano Marchiò Gabrieli volto a far incidere in rame molte vedute della Serenissima e capricci architettonici del celebre Francesco Guardi. Da questo disegno il parmense Dionigi Valesi trasse un’incisione dedicata al marchese Carlo Spinola, il cui primo stato è conservato al Museo Correr.

Antonio Morassi giudicò indubitabile l’autografia del foglio qui presentato, spiegando come il carattere di questo e degli altri tre della stessa serie, dove i contorni appaiono piuttosto insistiti, sia “in un certo modo inficiato dall’intenzione dell’artista di trarne incisioni” (Morassi 1975, p. 171, cat. 534).

Il soggetto è stato più volte ripetuto e variato dal Guardi: il Morassi segnalava infatti un dipinto appartenente all’Earl of Normanton, Ringwood, un disegno a penna della collezione S. Moeller di Budapest e un ulteriore disegno nel Gabinetto Reale delle stampe di Copenaghen, nonché un foglio passato da Sotheby a Londra nel 1962, raffiguranti tutti lo stesso suggestivo scorcio del portico di Palazzo Ducale (cfr. Morassi 1975, p. 171).

 

 

Stima   € 30.000 / 50.000
Aggiudicazione  Registrazione
207

Giuseppe Bernardino Bison

(Palmanova 1762 - Milano 1844)

CAFFÈ FLORIAN A VENEZIA

penna e inchiostro, pennello e inchiostri acquarellati colorati, carta vergellata, mm 130 x 165

 

CAFFÈ  FLORIAN IN VENICE

pen and ink, brush and colored watercolors, laid paper, mm130 x 165

 

Davanti alla porta aperta del caffè Florian in Piazza San Marco - alla fine del Settecento già un’istituzione nella vita culturale veneziana - un gruppo di gentiluomini sosta a conversare mentre due servitori e il sommelier sono impegnati dietro al bancone e, fuori, isolati dal gruppo dei passanti, si scorgono a sinistra due personaggi dall’aspetto truffaldino e dalla parte opposta, accovacciata a terra, una mendicante col figlio.

Il foglio qui offerto costituisce un bellissimo e originale esempio dell’attività disegnativa del pittore friulano Giuseppe Bernardino Bison, attivo senza soluzione di continuità dagli anni Ottanta del Settecento fino alla metà del secolo successivo.

La sua fervida produzione artistica bene rappresenta il passaggio storico nel campo del vedutismo veneto: il mutamento della struttura sociale portato dalla Prima Rivoluzione Industriale e poi dalla Rivoluzione Francese, con la vittoria degli ideali borghesi, aveva infatti provocato la nascita di un collezionismo diverso, alla ricerca non più della grande tela con gli scorci della città, delle sue chiese e delle feste dogali, ma di quadretti domestici dove emergesse la vita sociale cittadina.

Il nostro disegno trova calzanti confronti soprattutto nelle collezioni del Museo Sartorio (cfr. F. Magani, Giuseppe Bernardino Bison pittore e disegnatore, in Giuseppe Bernardino Bison: pittore e disegnatore, a cura di G. Bergamini e dello stesso, cat. della mostra (Udine), Milano 1997, pp. 33-66; cit. pp. 43-47), bozzetti dove analogamente emerge tutta la sensibilità dell’artista di restituire una scena dal vero con leggerezza e ironia. Lievissimo è l’uso del colore, che lascia trasparire talvolta il nitore del foglio lasciato a risparmio, rendendo ancora più efficace la sensazione di verosimiglianza atmosferica.

 

 

 

Stima   € 3.500 / 5.000
Aggiudicazione  Registrazione
181 - 210  di 316