Capolavori da collezioni italiane

31 OTTOBRE 2018
Asta, 0272
8

COPPIA DI CASSETTONI, STATO PONTIFICIO, METÀ SECOLO XVIII

Stima
€ 40.000 / 60.000
Aggiudicazione  Registrazione

COPPIA DI CASSETTONI, STATO PONTIFICIO, METÀ SECOLO XVIII

in legno di pioppo lastronato in radica di olmo e radica di noce con filettature in padouk e citronnier, applicazioni in legno e in bronzo dorato, cm 88x137,5x58

 

La ritmica alternanza di linee concave e convesse, ben sottolineate ed esaltate dalle cornici lastronate in legni chiari e scuri, inseriscono a pieno titolo questa coppia di cassettoni nella temperie artistica di metà Settecento quando, dal nord al sud della penisola italiana, le forme opulente e talvolta ostentate della tradizione barocca lasciano il posto al clima più aggraziato del Rococò, che traduce nel linguaggio dell’arte la naturale evoluzione della società verso una vita più leggera e meno legata alle formalità.

Quasi a contrastare la predilezione per il senso di simmetria che aveva caratterizzato il Seicento, con mobili che spesso richiamano nella composizione forme architettoniche, nel secolo dei Lumi le linee si volgono in movimenti veloci e spesso arditi, in un gioco continuo di pieni e di vuoti, di chiari e di scuri, talvolta esaltato dall’alternanza di legni diversi per tipologia e colori. Un movimento dove non c’è spazio per la linea retta, a meno che non si tratti di contrastare il gioco di una curva: è il caso dei piani dei cassettoni qui proposti, il cui dolce andamento ondulato trova una netta interruzione negli angoli scantonati, in un effetto rafforzato dai contrasti cromatici creati dalle due tipologie di radica intervallate da una profilatura in legno chiaro, il tutto racchiuso entro un profilo in legno dorato intagliato a motivi di ovoli alternati a bacchette oblique, a richiamare le profilature in bronzo.

E tuttavia non è tanto nel piano quanto nel fronte e nei lati che la nostra coppia di cassettoni testimonia la sua appartenenza all’epoca di Luigi XV. La sagoma, che dapprima si inarca in una stretta gola nella fascia subito sottostante il piano, inverte il suo andamento per aprirsi in un’improvvisa bombatura che interessa tanto il fronte quanto i lati, per poi ridiscendere fino al grembiale, dolcemente curvilineo, con un andamento concavo. A questo movimento sinuoso ben si adattano anche gli spigoli anteriori, realizzati in foggia di lesene che tuttavia abbandonano la classica rigidità geometrica aprendosi in un’ampia curva rivolta verso l’esterno, per ridiscendere in un movimento opposto fino alle zampe le quali, a loro volta, non mancano di assecondare il sinuoso andamento del mobile con un movimento lievemente svasato.

La stessa forma dei cassettoni, con i fianchi che sul retro si aprono consentendo, a una visione frontale, di apprezzare anche il profilo del fianco stesso, contribuisce ad accrescere il senso di ritmica sinuosità, in un gioco continuo di curve che dal fronte prosegue sui lati.

Tanto per la forma quanto per la presenza di applicazioni dorate in foggia di elementi vegetali ad impreziosire le bocchette, le maniglie e la parte alta degli spigoli, i nostri cassettoni trovano significativi confronti con la produzione romana di metà Settecento realizzata per importanti committenze. Confrontabili con il comò Boncompagni-Ludovisi (vedi fig. 1) sono le ricche applicazioni in legno e bronzo dorato che, unitamente all’impiego di diverse essenze di legno, conferiscono preziosità ai mobili, mentre la forma del piano, sebbene nel nostro caso realizzato in radica anziché in marmo, con la tipica profilatura a ovoli, insieme al profilo rigorosamente curvilineo a creare pieni e vuoti che dal fronte si muove lungo gli angoli e ancora alla linea sagomata dei cassetti che segue ed esalta l’andamento del corpo, avvicina i nostri esemplari a quello della Raccolta F. Tuena (vedi fig. 2).

 

Bibliografia di confronto

G. Lizzani, Il mobile romano, Milano 1970, pp. 119-120;

A. González Palacios (a cura di), Fasto romano - dipinti, sculture, arredi dai palazzi di Roma, catalogo mostra Roma, Palazzo Sacchetti, 15 maggio - 30 giugno 1991, Roma 1991