Dipinti dal XV al XX secolo

4 OTTOBRE 2018

Dipinti dal XV al XX secolo

Asta, 0266
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26

ore 10.30           ore 14.30 ore 16.30
Lotti 1-150         Lotti 151-275 Lotti 301-452

I lotti contrassegnati con ★ sono di proprietà di un’importante azienda italiana e sono assoggettati ad un particolare iter di acquisto.

Esposizione
FIRENZE
29 settembre - 2 ottobre 2018
orario 10-13 / 14–19 
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   150 € - 22000 €

Tutte le categorie

211 - 240  di 427
234

Jan Glouber detto Plidoro (Utrecht 1646 - Schoonhaven 1726) e Gerard de Lairesse (Liegi 1641 - Amsterdam 1711)

Allegoria dell'Autunno

olio su tela, cm 85,5x95,5

 

Allegory of Autumn

oil on canvas, cm 85.5x95.5

 

Bibliografia di riferimento

L. Salerno, Pittori di paesaggio del Seicento a Roma (U. Bozzi ed., Roma 1975-77, II, 151, pp. 826-829).

 

 

Il dipinto è corredato da parere scritto di Giancarlo Sestieri datato 16 luglio 2018 che qui riportiamo :

 

"Il "Paesaggio arcadico"[...]con sullo sfondo a destra un palazzo classico di singolare struttura e con in primo piano "Pomona e tre ancelle" che le recano grappoli d'uva, insieme a un amorino ignudo,[...]é una rappresentativa testimonianzia della fase matura di Johannes o Jan Glauber detto "Polidoro". Infatti il Galuber dopo un lungo viaggio in Francia e in Italia - fu dapprima a Parigi e poi a Lione presso il Van der Cabel, per poi trascorrere due anni a Roma dal 1675, fermandosi a lungo poi nel viaggio di ritorno a Padova e Venezia - rientrato in patria, si stabilì ad Amsterdam, risultando abitare nel 1684/85 nella casa di Gérard de Lairesse, figura di spicco nell'ambito pittorico cittadino, e che ogni tanto dipinse le figure nei suoi paesaggi. Questo è il caso delle succitate figure, emergenti al centro della scena, che insieme ad altre abbozzate nei secondi piani, tra cui un carro transpontante uva appena vendemmiata, che s'intravede sullo sfondo a sinistra, concorrono a fare deò presente "paesaggio"una vera e propria "Allegoria dell'autunno".

La paternittà del Glauber per il paesaggio si evince chiaramente dalla sua impronta stilistica e dal suo gusto espositivo, che si raccordano strettamente al Dughet, riflettendone la sua caratteristica interpretazione della natura. Un ascendente per lui basilare, tanto che alcuni quadri, già assegnati a questo maestro italo-francese sono stati restituiti al Glauber, e che sostituì quasi totalmente la impronta del suo apprendistato giovanile ad Haarlem. Non a caso il Glauber fu un fine incisore delle opere di Dughet. Comunque nella sua paesaggistica, come anche il presente dipinto ben esemplifica, si deve registrare una generale affinità con la contemporanea paesaggistica francese, più stringente con quella di Albert Meyeringh, che fu suo compagno di viaggio di ritorno in Olanda.

La paternità di G. de Lairesse per le figure risulta di manifesta evidenza dai vari raffronti che si possono esaminare con le sue tante opere conservate al Rijkmuseum. In essa il maestro di Liegi afferma la sua basilare tendenza classicista, che lo condusse a un'ammirazione per il Poussin, in contro tendenza con l'affermazione del Rubens. [...]

Stima   € 22.000 / 30.000
239

Cecco Bravo

(Firenze 1601-1661)

RITRATTO DI CARLO FERDINANDO DEL TIROLO

olio su tavola, cm 58x41

 

PORTRAIT OF CARLO FERDINANDO DEL TIROLO

oil on panel, cm 58x41

 

Il dipinto è corredato di parere scritto di Mina Gregori dove è considerato modello preliminare per il Ritratto del Granduca Ferdinando Carlo del Tirolo a cavallo, conservato presso il Castello di Ambras a Innsbruck, rara testimonianza dell'ultimissima attività di Cecco Bravo. Nel giugno del 1660 il pittore, forse a causa dell'isolamento artistico creatosi intorno a lui a Firenze, dove si stavano affermando tendenze artistiche piuttosto lontane dalla stravagante libertà pittorica cui era giunto, si era trasferito alla corte dell'Arciduca Ferdinando Carlo e di Anna de' Medici a Innsbruck, dove incontrò la morte l'11 dicembre dell'anno seguente (cfr. Cecco Bravo: pittore senza regola, catalogo della mostra a cura di A. Barsanti e R. Contini, Milano 1999). È stato ipotizzato che il ritratto sia stato in realtà iniziato da Giusto Sustermans, effettivamente più avvezzo del Montelatici al genere del ritratto, durante il suo soggiorno in Austria nel 1656, lasciandolo però incompiuto. Cecco Bravo l’avrebbe pertanto portato a termine quattro anni (cfr. A.R.Masetti, Cecco Bravo Pittore Toscano del Seicento, Venezia 1962, scheda 18, p. 91).

La tavoletta qui offerta costituisce pertanto un modelletto preliminare con cui l'artista avrebbe potuto presentare al committente il risultato finale del suo intervento, intervento forse maggiormente concentrato sullo scenario entro cui collocare l'illustre cavaliere.

Stima   € 18.000 / 25.000
211 - 240  di 427