Arte Orientale

27 GIUGNO 2018

Arte Orientale

Asta Premium Live, 0259
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
Lotti 1-145
ore 10:30

Lotti 146-291
ore 15:00
Esposizione
FIRENZE
23 - 26 Giugno 2018
orario 10-13 / 14–19 
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   150 € - 30000 €

Tutte le categorie

31 - 60  di 290
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VERSATOIO IN STILE ARCAICO IN GIADA GIALLA, CINA, DINASTIA QING, PERIODO QIANLONG (1736-1795)

poggia su un piede decorato con una fascia keyfret corto a sezione squadrata, la parte centrale è leggermente arrotondata e finemente scolpita con maschere arcaiche taotie a piume di pavone, ansa impostata verticalmente dal corpo centrale all’orlo con intaglio fenghuang, termina al bordo anch’esso riccamente decorato con una fascia keyfret; la pietra di una tonalità gialla è attraversata nella parte centrale da una venatura color ruggine, presenta base in legno; cm 12,9x12,7x4,5; base in legno alt. cm 2,8; alt. complessiva cm 15

A YELLOW JADE ARCAIC STYLE VESSEL, CHINA, QING DYNASTY, QIANLONG PERIOD (1736-1795)

 

玉器中国清晚期, 乾隆时期 (1736-1795)

 

Sotto K’ang-hi, ma ancora di più sotto K’ien-long, le botteghe di intagliatori di giada conobbero un’intensa attività. Come in altri campi le forme si moltiplicarono all’infinito: la corte adoperava una enorme quantità di gioielli, di ornamenti, di oggetti rituali o da cerimonia, di vasi, di coppe e di ninnoli. La tecnica era di un’impressionante abilità: la fattura eclettica, la molteplicità delle copie di antichi modelli, il gioco di materiali contrastanti, la purezza della pietra ed infine il numero importante dei pezzi con iscrizioni sono tutt’oggi punti di riferimento sicuri per una datazione al regno K’ien-long. L'imperatore aveva proposto di "restaurare antiche vie", riferendosi alla visione della cultura antica come dotata di qualità intrinseche di sincerità, semplicità e felice esuberanza.

 

L’inclinazione dell'imperatore di Qianlong (K’ien-long) per oggetti che si rifacessero stilisticamente all’arcaismo è ben attestato da questo affascinante versatoio. Si tratta di un superbo esempio di oggetto in stile arcaico, ispirato alla forma dei vasi in bronzo guang o gong, ma reinterpretato dagli atelier che intagliavano la giada sotto la dinastia Qing. Il gong era un recipiente bronzeo rituale per il vino, una tipologia di brocca priva di un precedente prototipo in ceramica, apparsa durante il periodo Anyang della dinastia Shang ma già scomparsa al tempo della dinastia Zhou occidentale. La particolare forma del recipiente facilitava la mescita del vino, mentre il coperchio permetteva il mantenimento della temperatura ed impediva l’ingresso dei batteri. Questi contenitori per il vino di uso rituale erano spesso adornati da affascinanti immagini zoomorfe; accomunati nelle linee generali della forma, potevano differenziarsi nella sezione, talvolta rettangolare o ovale.

 

L’eccezionalità del presente esemplare risiede anche nelle sue dimensioni: oggetti di questa misura sono difatti assai poco comuni, data la rarità in natura di pezzi di giada gialla di tale grandezza, tonalità di colore e qualità. Fin dalla dinastia Ming questo materiale era riconosciuto da studiosi e intenditori come una delle varianti più apprezzate della nefrite. Nella sua miscellanea Yanxian Qingshang [il piacere raffinato dell'eleganza per il tempo libero], il drammaturgo Gao Lian (1573-1581) osservava: "Di tutti i materiali di giada, le pietre gialle con un tono morbido sono le migliori e quelle di color bianco-montone sono al secondo posto". L'apprezzamento della giada gialla era registrato già nel 1388 nel Gegu Yaolun ( ) scritto da Cao Zhao e tradotto da Sir Percival David nella Connoisseurship cinese (The Ko Ku Yao Lun: The Essential Criteria of Antiquities, Londra, 1971, p.120), dove, all’interno della categoria della giada gialla (huang yu), si afferma che: "le pietre con il colore del nocciolo di castagno, noto anche come giallo puro (letteralmente 'dolce'), sono le più preziose...”. Le dimensioni del presente oggetto, grandi per la pietra ma ridotte per la tipologia di recipiente, ci suggeriscono che potesse essere stato creato come una curiosità da custodire nella “scatola del tesoro” imperiale.


Oltre alla dimensione non comune, il versatoio di giada gialla appare inoltre straordinario per il suo ricco tono giallo miele, intensificato da calde venature color ruggine. Il maestro intagliatore scelse di celebrare la rarità della pietra privilegiando una lavorazione semplice, animata solo dalla decorazione sottile e fantasiosa della curvatura della bocca e del bordo.

Tra le varie decorazioni di questi versatoi spesso troviamo incisioni di maschere arcaiche Taotie. 

Il taotie è un motivo che si trova comunemente sui recipienti rituali cinesi in bronzo della dinastia Shang e Zhou. Il design consiste tipicamente in una maschera zoomorfa, descritta frontalmente e bilateralmente simmetrica, con un paio di occhi sbarrati e in genere nessuna area nella parte inferiore della mandibola. Alcuni sostengono che il disegno possa essere fatto risalire a pezzi di giada trovati in siti neolitici come la cultura di Liangzhu (3310-2250 aC)

 

Nell'antica mitologia cinese, il taotie (饕餮) è una delle "quattro malvagie creature del mondo" o quattro demoni insieme a Hundun (混沌), Qiongqi (穷 奇) e Taowu (梼 杌), ai quali vengono giustapposti i Quattro animali Benigni: Qilin (麒麟), Drago (龍), Tartaruga (龜) e Fenghuang (鳳凰).

 

 

 

Fenghuang è la regina degli uccelli; che diversamente dalla fenice greca, non si getta nel fuoco per rigenerarsi ma si riproduce come gli altri volatili. È spesso rappresentata con le ali aperte mentre lotta contro un serpente. Ha un piumaggio colorato, una testa con grandi occhi allungati e un becco a punta leggermente curvo. Presenta il becco di un gallo, il muso di rondine, il fronte di una gallina, il collo di un serpente, il petto di un'oca e il dorso di una tartaruga, le gambe di cervo e la coda di pavone. Il suo corpo simboleggia i sei corpi celesti: la testa è il cielo, gli occhi il sole, il dorso la luna, le ali il vento, i piedi la terra e la coda i pianeti.

I maschi erano originariamente chiamati feng e le femmine huang ma tale distinzione di genere col tempo è stata abbandonata in favore di una singola entità femminile in modo che l'uccello possa essere accoppiato con il drago cinese, che è tradizionalmente considerato maschio. Il fenghuang ha connotazioni molto positive. È un simbolo di alta virtù e grazia. Simboleggia anche l'unione di yin e yang.

Ogni parte del corpo del fenghuang simboleggia una parola, la testa rappresenta la virtù (德), l'ala rappresenta il dovere (義), la parte posteriore rappresenta il decoro (禮), l'addome la credibilità (信) e il petto rappresenta la misericordia (仁).

 

Stima   € 30.000 / 50.000
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