Oggetti d'arte e Scultura, Porcellana e Maiolica

31 MAGGIO 2018

Oggetti d'arte e Scultura, Porcellana e Maiolica

Asta, 0255
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
ore 15.00
Esposizione

FIRENZE
25 - 29 Maggio 2018
orario 10-13 / 14–19 
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it

 
 
 
Stima   300 € - 30000 €

Tutte le categorie

61 - 90  di 124
72

Scultore attivo a Roma, secolo XVII

ERCOLE E IL LEONE

terracotta, alt. cm 35

 

L’opera è corredata di parere scritto di Andrea Bacchi dove è posta in rapporto a una serie di terrecotte firmate e datate da Stefano Maderno negli anni venti del Seicento, già appartenute alla collezione Filippo Farsetti a Venezia e attualmente divise tra Ca’ d’Oro e il museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.

Particolarmente stringente si mostra il confronto con quella raffigurante il medesimo soggetto, oggi conservata presso la dimora veneziana, nonostante alcune varianti quali per esempio il panneggio legato alla vita presente solo nella versione qui presentata, la posizione della gamba e del braccio sinistro dell’eroe e il basamento che nel nostro caso evoca un terreno roccioso.

Sull’originaria funzione delle terrecotte di Maderno provenienti dalla collezione Farsetti la critica si interroga da tempo. Secondo Bacchi la conferma che fossero state realizzate come modelli di accademia viene da un passo della vita dello scultore pubblicata nel 1642 da Giovanni Baglione dove il biografo dimostra di sapere che erano destinate a figure “che di questa professione si dilettano” e che dovevano servire “a pubblico beneficio” (G. Baglione, Le vite de’ pittori, scultori, architetti ed intagliatori dal pontificato di Gregorio XIII del 1572 fino a’ tempi di Papa Urbano VIII nel 1642, Roma 1642, p. 345).

Lo studioso conclude sostenendo che la terracotta qui offerta è la migliore conferma all’ipotesi secondo cui Maderno realizzò quei piccoli capolavori proprio perché fossero studiati e copiati: “Il trattamento del piccolo panneggio che cinge alla vita Ercole tradisce inequivocabilmente la mano di un giovane scultore del pieno, o più probabilmente della fine del Seicento, un artista già famigliare con il linguaggio dei vari Bernini e Algardi. Anche la criniera del leone è molto più morbida e sciolta rispetto a quella maggiormente grafica del prototipo di Maderno.”.

 

Stima   € 4.000 / 6.000
Aggiudicazione  Registrazione
78

CAPITELLO FIGURATO, TOSCANA, FINE SECOLO XII - INIZIO SECOLO XIII

in pietra sedimentaria alveolata, cm 37x92x60

 

L'opera è corredata da parere scritto di Andrea Franci di cui riportiamo il testo:

"Il capitello presenta uno sviluppo rettangolare e decorazioni che richiamano l'ordine ionico, ma sono presenti pure elementi del corinzio come le foglie d'acanto poste agli angoli. Sui lati lunghi nella zona inferiore, potremmo dire l'echino, si vedono le parti che richiamano lo ionico: ampie volute alle estremità laterali e una modanatura con ovoli. Riferendoci sempre ai lati maggiori, la zona superiore, vale a dire l'abaco, da una parte è totalmente priva di decorazione, dall'altra mostra al centro una foglia attorniata da due racemi che si distendono specularmente. Sui lati corti la parte inferiore è costituita da un rocchetto formato da piccole foglie lanceolate che sono strette al centro da un balteo, quella superiore è caratterizzata invece da un volto da cui fuoriescono due racemi. In un caso il viso presenta una capigliatura ricciuta e i fusti vegetali che ne seguono la sagoma arrivano quasi a formare un circolo; nell'altro la faccia è capovolta e, oltre alla capigliatura con ricci, è dotata di una corta barba e la lingua è protesa in avanti. In tale figura i racemi che escono dalla bocca  seguono la forma del volto fino all'altezza delle orecchie ma poi se ne distaccano leggermente. Il fatto che uno dei due lati lunghi non sia scolpito fa ritenere che questa parte del capitello potesse essere rivolta verso una parete.

Il motivo dei tralci che hanno origine dalla bocca di volti umani si riscontra nel corso del XII secolo e di quello successivo, con una certa frequenza, in area pisana e lucchese sia nella scultura che nella miniatura. A questo riguardo un confronto interessante può essere quello con alcune immagini della Bibbia di Calci, datata 1168 e realizzata per il monastero-parrocchia di San Vito a Pisa (II, c. 118v; IV, c. 34v), ma troviamo un'altra immagine di questo tipo anche in un codice che si ritiene possa provenire dalla chiesa lucchese di San Michele a Guamo (Roma, Biblioteca Vaticana, pal. lat. c.3 v).

La raffigurazione di un volto dalla cui bocca fuoriescono racemi è frequente nella scultura lucchese medievale; ve ne sono esempi nelle chiese di San Cristoforo, San Giusto, Santa Maria Forisportam, ma soprattutto se ne trovano sulla facciata della Cattedrale, la cui decorazione iniziò nel 1204.  Qui possiamo vedere sia il tipo di volto caratterizzato da tralci che lo circondano e costituiscono un circolosia quello in cui il viso è rovesciato.

Le caratteristiche di questo capitello, le sue particolarità iconografiche assieme alla ricchezza di richiami alla tradizione degli ordini archintettonici greci ne fanno un'opera collocabile nell'area della Toscana occidentale e databile tra la fine del XII secolo e la prima parte del XIII secolo."

 

Stima   € 15.000 / 20.000
61 - 90  di 124