MAIOLICHE E PORCELLANE DAL XV AL XVIII SECOLO

18 APRILE 2018
Asta, 0247
14

COPPA, URBINO, 1565-1570

Stima
€ 12.000 / 16.000

COPPA, URBINO, 1565-1570

in maiolica dipinta in policromia con verde, blu di cobalto, giallo, giallo-arancio, bruno di manganese. Sul retro iscrizione in bruno di manganese nella tonalità nera piuttosto diluita “de Allissandro magnio”. Alt. cm 6,5, diam cm 29,9, diam. piede cm 13.

 

Bibliografia di confronto

J. Lessmann, Herzog Anton Ulrich-Museum Braunschweig, Italienische Majolika, Katalog der Sammlung. Brunswick 1979, pp. 195-196 n. 181

 

La coppa poggia su un basso piede ad anello con orlo dritto appena estroflesso e tagliato a stecca. Il cavetto è ampio e concavo con un bordo obliquo appena rilevato, e con labbro arrotondato. Lo smalto è spesso e presenta numerose crettature su tutta la superficie, qualche imperfezione e segni di appoggio. Sul retro, al centro del piede, un’iscrizione in bruno di manganese nella tonalità nera piuttosto diluita “de Allissandro magnio”.

La decorazione interessa l’intera superficie del cavetto e mostra una scena istoriata centrata da una roccia alta dalla morfologia complessa, tratteggiata in giallo e giallo-arancio a simulare la scabrosità della pietra. Ai lati della scena alcuni alberi dal tronco lungo e sinuoso con chiome a ciuffi compatti o a fogliette lanceolate. Sullo sfondo un paesaggio montuoso con rilievi dal profilo quadrato e paesini che si specchiano in un paesaggio lacustre. Al centro del piatto Alessandro Magno a cavallo, accompagnato dalla sua corte, si dirige verso il cinico Diogene, qui raffigurato seduto su alcuni grossi volumi di fronte alla botte che gli fa da abitazione. In primo piano uno specchio d’acqua delimitato da una sponda a profilo orlato e da un piccolo steccato.

La scena è dipinta con grande freschezza: lo stile, netto e preciso, trova riscontro soprattutto nelle opere vicine alla bottega di Orazio Fontana, data anche la somiglianza con un piatto del Museo di Braunschweig (Inv. Nr. 158) raffigurante la stessa scena, dove il cavallo mostra una forma del muso molto vicina a quella qui rappresentata, ma anche la stessa bardatura caratterizzata dalla mancanza della sella sostituita da un semplice drappo annodato.

Diverse caratteristiche stilistiche ci sembrano molto prossime alle opere della bottega Fontana, tra le quali lo specchio d’acqua in primo piano, la pacatezza dei volti dei personaggi, e il modo di delineare i corpi dalla muscolatura piena, ma descritta con una certa morbidezza, e anche la figura di Diogene, che ricorda molte delle divinità marine spesso raffigurate sulle opere attribuite a Orazio Fontana o comunque a lui prossime. Molti i confronti soddisfacenti anche con opere importanti del maiolicaro urbinate, come la splendida e assai nota coppa con Orfeo del Victoria and Albert Museum (Inv. 8951-1863) o il piatto con I figli di Giacobbe dello stesso museo (Inv. C.485-1921), dove l’accostamento può essere fatto con il modo di dipingere i volti dei personaggi e soprattutto le zolle che sostengono la scena