DIPINTI ANTICHI

14 NOVEMBRE 2017
Asta, 0224
10

Francesco Rustici, detto il Rustichino

Stima
€ 45.000 / 65.000

λ

Francesco Rustici, detto il Rustichino

(Siena, 1592 – 1625)

MORTE DI SANTA MARIA MADDALENA

olio su tela, cm 135x182,5

 

Provenienza

Collezione privata

 

Bibliografia di riferimento

M. Ciampolini, Pittori senesi del Seicento, 3 voll., Siena, 2010, pp. 673-702

Il buon secolo della pittura senese. Dalla maniera moderna al lume caravaggesco. Montepulciano, San Quirico d'Orcia, Pienza, catalogo della mostra, Ospedaletto-Pisa, 2017, pp. 320-321, scheda 36

 

Come riportato da Franco Paliaga nella scheda di catalogo della recente mostra “Il buon secolo della pittura senese risulta che nelle raccolte fiorentine fossero conservati almeno tre dipinti di Francesco Rustici con questo soggetto, sebbene di differenti dimensioni.

Due sono registrati, a partire dal 1625, nella villa di Poggio Imperiale che apparteneva a Maria Maddalena d’Austria, moglie del granduca Cosimo II: il primo misurava circa 130x203 cm, l’altro era molto più piccolo, 43,5x58 cm, probabilmente un bozzetto.

Una terza versione, che all’incirca misurava cm 193x261, è invece segnalata nella villa di Lappeggi, nell’inventario del 1667 redatto alla morte di Mattias de’ Medici, fratello di Ferdinando II che ne era il proprietario.

La presenza di tre opere del Rustichino con la stessa iconografia della Maddalena ha portato una certa confusione nella loro identificazione.

Una di esse è registrata nell’inventario degli Uffizi 1890, n. 5667 (cm 148x219), l’altra nell’inv. OA, n. 481 (cm 121x169) mentre della tela più piccola, il probabile bozzetto, si è persa ogni traccia.

Confrontando le misure riportate in braccia fiorentine risulta che la versione più grande era quella appartenuta a Mattias de’ Medici, mentre quella di dimensioni inferiori era di proprietà di Maria Maddalena d’Austria ed è la versione della Galleria degli Uffizi che è stata esposta alla mostra. Di questa esiste una replica nella Pinacoteca Nazionale di Siena, purtroppo in cattive condizioni conservative, ma che si qualifica come opera di mano del Rustici, il quale elaborò il soggetto numerose volte, indice di un grande successo della formula iconografica.

Del soggetto esiste anche un’incisione eseguita dal disegno di Jan Baptiste Wicar per essere inserita nel Tableaux de la Galerie de Florence et du Palais Pitti, edito a Parigi nel 1819 (I/91).

Anche il dipinto qui offerto, proveniente da un’importante collezione fiorentina, risulta essere una replica autografa del dipinto degli Uffizi n. 481, rispetto al quale presenta la variante del teschio al centro della composizione, mentre nel dipinto appartenuto a Mattias dei Medici il teschio è di fianco al vasetto degli unguenti in basso a destra.

Si tratta di una composizione assai innovativa, databile intorno agli anni Venti del Seicento, giocata su un’emozionante scenografia notturna con luci artificiali con richiamo alle opere di Gherardo delle Notti.

Rustichino è stato sicuramente uno dei pittori toscani del secondo decennio del secolo a sperimentare la pittura a lume di candela, influenzato anche dai lavori di Théophile Bigot e del cosiddetto “Candlelight Master” che lavoravano in Italia in quegli anni.