DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA

11 OTTOBRE 2017
Asta, 0220
110

Natale Schiavoni

Stima
€ 8.000 / 12.000

Natale Schiavoni

(Chioggia (Venezia) 1777 - Venezia 1858)

GIUDITTA CON LA TESTA DI OLOFERNE

olio su tela, cm 122x96


Definito "pittore delle grazie" dai suoi contemporanei, Natale Schiavoni dopo aver frequentato l'Accademia di Venezia assieme al Politi ed aver avuto come maestro il Maggiotto, fu mandato a Firenze per perfezionarsi nel disegno sotto la guida di Raffaello Morghen. Sviluppò una particolare propensione per i ritratti e su invito di un amico si trasferì a Trieste, dove si fece notare per la proprie capacità tra i "commercianti e i ricchi forestieri che gli chiedevano sempre più spesso ritratti in miniatura". Successivamente si trasferì a Milano, dove ebbe modo di confrontarsi con altri artisti fino al 1815, quando venne chiamato a Vienna da Francesco I che lo volle come ritrattista di corte. L'incarico si rivelò proficuo e risultò in numerose committenze da parte dell'aristocrazia viennese ed ungherese, che gli richiedevano ritratti in miniatura ma anche dipinti con soggetti femminili raffiguranti Bagnanti e Odalische ora presenti in molte collezioni private di Vienna dal chiaro riferimento rinascimentale. Il dipinto che presentiamo in catalogo s'inserisce in questa produzione di soggetti femminili con abbigliamento di gusto orientalista e stante le dichiarazioni del biografo dell'artista, il Sernagiotto, riteniamo che possa trattarsi della Giuditta ed Oloferne realizzata tra il 1830-1835, replicata poi in alcune varianti, come nel caso del dipinto che lo stesso biografo menziona tra le opere donate dal triestino Nicola Bottacin al Museo Civico di Padova. Dipinta nel 1852, questa versione differisce dal dipinto presentato in catalogo in alcuni dettagli nella fisionomia della figura femminile di destra e nel paesaggio sullo sfondo (cfr A. Nave, Natale Schiavoni incisore, miniatore, pittore, in "Chioggia, Rivista di studi e ricerche", 33, 2008, pp. 142-143; n. 34, 2009, p. 131).