DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA

11 OTTOBRE 2017
Asta, 0220
28

Bernardino Nocchi

Stima
€ 6.000 / 8.000

Bernardino Nocchi

(Lucca, 1741 - Roma, 1812)

MOSE' CALPESTA LA CORONA DEL FARAONE

olio su carta, cm 20,2x26,2

 

Attribuzione confermata con parere orale di Roberto Giovanelli

 

Il dipinto qui proposto, probabilmente un bozzetto preparatorio, descrive l'episodio, raccontato anche da Flavio Giuseppe nelle "Antichità Giudaiche", in cui il faraone Ramses I pone per gioco la sua corona sulla testa del piccolo Mosé che la scaraventa subito dopo a terra calpestandola.

Il sovrano adirato chiede ai suoi ministri se questo gesto non meriti la condanna capitale. Fortunatamente l'intervento dell'angelo Gabriele, sotto forma di uno dei saggi di corte, risolve la situazione; egli consiglia infatti di far portare pietre preziose e carboni ardenti e poi far scegliere al bambino cosa prendere. In questo modo essi avrebbero potuto vedere se il bambino fosse interessato alle ricchezze e di conseguenza al Regno d'Egitto. Guidato dall'angelo, Mosè prende il carbone e se lo porta alla bocca rimanendo ferito sulla lingua, ma avendo salva la vita.

La scena è dipinta da Nocchi con una forte carica drammatica data da pennellate veloci e dall'impostazione scenografica concentrata sulla figura del bambino e sulle donne che cercando di intercedere per la salvezza di Mosè . 

Bernardino Nocchi inizia la sua formazione artistica sotto la guida del pittore Giovan Antonio Luchi che fu uno dei fondatori dell'Accademia Lucchese di Belle Arti e che ebbe tra i suoi allievi più importanti anche Stefano Tofanelli. Trasferitosi a Roma nel 1769 entrò nella bottega del pittore Nicola Lapiccola. Riuscì ad affermarsi nell'ambiente artistico romano grazie all'esecuzione degli affreschi nella sala dei Fasti Prenestini in palazzo Vidoni Caffarelli iniziati nel 1773. Nel 1780 il pittore ricevette due importanti commissioni da Papa Pio VI lavorando stabilmente per la corte pontificia e subentrando a Lapiccola nelle pitture dei Sacri Palazzi Apostolici, documentate nell'archivio segreto Vaticano (Russo, 1990, pp. 177-208). Nel 1787 esegue per la volta della sala delle Stampe nella Biblioteca Vaticana il Ritratto di Pio VI alla Fama. Tra le opere più importanti dell'artista possiamo ricordare La gloria di santa Pudenziana commissionata dal cardinal Lorenzo Litta nel 1803 per la chiesa di Santa Pudenziana a Roma collocata sull'altar maggiore.