Libri, manoscritti e autografi

20 GIUGNO 2017
Asta, 0215
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(Storia toscana) UFFIZIO DEI FOSSI DI PISA. Copialettere toscano del XVIII secolo. Pisa, 1768-1786.

Stima
€ 300 / 350

(Storia toscana) UFFIZIO DEI FOSSI DI PISA. Copialettere toscano del XVIII secolo. Pisa, 1768-1786.

Manoscritto cartaceo costituito da 4 volumi in folio (350 x 240 mm), di cui i primi tre di circa 300 carte l’uno, il quarto di un centinaio di carte, vergati da diverse mani tra il 12 gennaio 1768 e il 4 aprile 1786. Legature verosimilmente coeve in brossura muta e cuoio. Minime tracce del tempo.

                     Interessante raccolta di lettere che si presume scritta da uno o più funzionari dell’Uffizio dei Fossi di Pisa, come si intende da una del 23 marzo 1768, ove il mittente scrive alla Marchesa Virginia Bandini Bichi di Siena di avere aperto una missiva non indirizzata a lui ma che “trattava d’interessi relativi a questo Uffizio dei Fossi, affidati ora alla mia cura”. Come si legge sul sito dell’Archivio di Stato di Grosseto, “Tale magistratura fu istituita, con la denominazione di Uffizio dei Fossi e delle Coltivazioni nel 1592 da Ferdinando dei Medici per “vigilare sulle coltivazioni, sui lavori e sull'ordine e pulizia delle strade e luoghi abitati”. […] Dopo l’istituzione della Provincia inferiore Senese, assunse una completa autonomia nella gestione delle proprie competenze che, all’inizio, erano di natura tecnica e politico-amministrativa e poi, con il regolamento del 21 dicembre 1767, anche di natura giudiziaria. Con editto dell’11 aprile 1778 tali compiti furono affidati al Commissario della Provincia inferiore Senese. L’ufficio, soppresso durante il periodo napoleonico (1808-1815), venne definitivamente abolito con l’istituzione, nel 1824, della Camera di Soprintendenza Comunitativa.” L’Uffizio era dunque un organismo destinato soprattutto alla pubblica amministrazione, cosa che appare evidente dalle numerosissime lettere scritte nell’arco dei quasi vent’anni coperti dai quattro volumi. Tutte le lettere hanno una intestazione che stabilisce la località toscana ove la missiva era diretta (Firenze, Pisa, Livorno, Lucca, Portoferraio, ecc., ma anche numerosi piccoli centri) ed identifica il destinatario della lettera. Tra i destinatari più notevoli ci sono Leonardo Ximenes (1716-1786) astronomo, ingegnere e geografo italiano di grande rilievo della Toscana degli Asburgo-Lorena, sovrani del Granducato di Toscana, Pompeo Neri (1706-1776), giurista e politico italiano, considerato uno dei principali artefici delle politiche riformiste dei Lorena, e Francesco Orsini von Rosenberg (1723-1796), diplomatico e politico austriaco, maggiordomo maggiore del granduca di Toscana Pietro Lepoldo d’Asburgo-Lorena. Citiamo inoltre: Filippo Ranieri Venturi, provveditore dell’Uffizio dei Fossi di Pisa, Luigi Dithmar di Schmidveiller, consigliere di Stato e segretario di Finanze, il priore Federigo de’ Ricci, Cancelliere dell’Ordine di Santo Stefano, il conte Roberto Pandolfini, Ignazio Pappagalli, direttore della Dogana di Pisa. Uno spaccato della politica amministrativa della Toscana della seconda metà del Settecento