Dipinti e sculture antiche

16 MAGGIO 2017
Asta, 0203
22

Antonio Mezzadri

Stima
€ 10.000 / 15.000

Antonio Mezzadri

(Bologna, XVII-XVIII secolo)

FIORI IN UN VASO D’ARGENTO, CON GIOIELLI SU UN DRAPPO

olio su tela, cm 92x116

 

 

"Viveva nel 1688 un Antonio Mezzadri, bravissimo pittore di fiori, e frutta, e la città nostra è ripiena delle sue lodevoli operazioni…". Così Luigi Crespi, nel terzo volume della Felsina pittrice, dava conto di uno dei principali fioranti attivi in città allo scadere del Seicento. Non molto di più si è appreso, in realtà, sul pittore bolognese, per quanto concerne i suoi dati biografici, ma il reperimento di opere firmate per esteso ha reso possibile una prima ricognizione del suo catalogo a partire dall’intervento di Mina Gregori (Nuove schede per la natura morta emiliana, in "Antichità viva", IV, 1965, pp. 11-18) seguito da quelli di Gianluca e Ulisse Bocchi (1998) e di Daniele Benati (2000), riassuntivi di precedenti studi.

A lungo confuse con quelle della dinastia di fioranti Volò-Caffi, attivi in Veneto e in Lombardia, e con quelle dei conterranei Bettini e Zuccati, le composizioni floreali di Antonio Mezzadri (nulla sembra essere emerso di quelle di frutta citate dal Crespi) si distinguono per i colori brillanti e variegati delle sue corolle che risaltano, quasi sul punto di sfiorire, su sfondi solitamente oscuri, talora evocanti un paesaggio notturno.

Imponente per dimensioni e formato quanto ricco di dettagli preziosi, quali i gioielli sparsi in primo piano su un tessuto pregiato, il dipinto qui offerto deve accostarsi ai migliori esempi della produzione di Antonio Mezzadri, e in particolare alla splendida coppia di composizioni floreali vendute nel 1991 alla Finarte di Roma con la corretta attribuzione, dopo essere passate in asta da Sotheby's a Montecarlo come opera di Margherita Caffi.

Nel commentarle nuovamente nel 2015, Daniele Benati sottolineava l'inevitabile senso di vanitas che scaturiva dal disfacimento della bellezza di quelle corolle al culmine dello splendore. Una indicazione che doppiamente si addice al nostro dipinto, considerata la valenza simbolica dei gioielli e dell´orologio abbandonati sul piano.