Dipinti e sculture antiche

16 MAGGIO 2017
Asta, 0203
12

Agostino Verrocchi

Stima
€ 10.000 / 15.000
Aggiudicazione  Registrazione

Agostino Verrocchi

(Roma 1586 ca. - 1659)

NATURA MORTA CON FRUTTA E ORTAGGI SU UN PIANO

olio su tela, cm 97,5x131

 

 

Tradizionalmente attribuito a Giovan Battista Ruoppolo nella raccolta privata di provenienza, l’inedito dipinto qui presentato è invece opera tipica di Giovan Battista Verrocchi, l’artista romano riscoperto a partire dalla storica mostra sulla natura morta del 1964, grazie agli studi di Mina Gregori (1973), di Giampaolo Pes (2005) e di Gianluca e Ulisse Bocchi (2005). La ricostruzione dei suoi dati biografici ha consentito di ipotizzare che la sua attività quale pittore di natura morta si sia svolta su un arco di tempo prolungato, tale da fare di lui il collegamento tra la prima generazione di specialisti legati ai modelli di Caravaggio e del Maestro di Hartford e quella, alle soglie del Barocco, di Michelangelo Cerquozzi e Michelangelo del Campidoglio. In questa chiave, per l’appunto, alcune sue opere sono state esposte in occasione della recente mostra nella Galleria Borghese a Roma (L’origine della natura morta italiana. Caravaggio e il Maestro di Hartford. A cura di Anna Coliva e Davide Dotti, novembre 2016 – aprile 2017). Se tuttavia le opere presenti nella rassegna romana (nn. 28-29-30; si veda il contributo di Franco Paliaga nel catalogo della mostra, Milano, Skira, 2016, pp. 244-45) si legano agli esempi precoci del caravaggismo nella presentazione analitica dei singoli elementi di natura disposti su un piano di pietra, spesso simmetrici rispetto a un asse centrale, il dipinto qui offerto si pone invece in stretta contiguità con una serie di nature morte che, allentati progressivamente i nodi col primo tempo caravaggesco del genere, trasformano la "mostra" di frutta e ortaggi in composizioni via via più articolate nei nessi spaziali, e dunque verosimilmente scalabili tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del 600. Numerosi sono infatti i motivi di confronto tra il nostro dipinto e le opere raggruppate da Gianluca e Ulisse Bocchi (Agostino Verrocchio, in Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630-1750, Casalmaggiore 2005, pp. 21-42), e addirittura inconfondibili risultano una serie di elementi, quali la selezione di ortaggi accostati a frutta variopinta, in particolare le fragole riunite a mazzetti e le pesche rosseggianti i cui colori accesi interrompono la cupa gamma dei verdi di carciofi e baccelli. Una datazione relativamente tarda nell’ambito della produzione verrocchiesca è suggerita comunque dalla presentazione degli elementi di natura sul terreno, o su un piano roccioso irregolare, invece che sulla consueta lastra di pietra, come si registra in un piccolo numero di opere tarde, punto di passaggio per le nature morte all’aperto di Michele Pace e di Michelangelo Cerquozzi, non a caso legato personalmente con la famiglia Verrocchi.