Dipinti e sculture antiche

16 MAGGIO 2017
Asta, 0203
49

Agostino Ciampelli

Stima
€ 15.000 / 20.000
Aggiudicazione  Registrazione

Agostino Ciampelli

(Firenze 1565- Roma 1630)

CROCIFISSIONE CON LA MADDALENA

olio su tavola, cm 44x33,5

In aggiunta a quanto riportato in catalogo si segnala che il lotto 49 è stato ripubblicato nel 2011 da Alessandro Nesi con una nuova attribuzione a Girolamo Macchietti in A. Nesi, Le opere tarde di Girolamo Macchietti tra maniera e controriforma, in “Arte cristiana”, 99.2011,866, pp. 337-350, illustrato a pagina 343

 

Bibliografia

La bella maniera in Toscana. Dipinti dalla collezione Luzzetti e altre raccolte private, a cura di F. Berti e G. Luzzetti, Firenze, 2008, pp. 162-165, scheda di Alessandro Nesi

 

 

 

Il dipinto qui proposto, pubblicato per la prima volta con una scheda di Alessandro Nesi nel 2008, si può datare probabilmente intorno alla metà degli anni ottanta del Cinquecento.

Lo studioso analizza vari aspetti stilistici dell'opera come la pennellata densa e corposa tipica di Agostino Ciampelli e le molte similitudini sia con la cultura tardomanieristica che con quella della Controriforma per la forte carica emotiva e devozionale che pervade l'opera; ulteriori elementi che ci avvicinano all'artista si trovano nel forte contrasto cromatico tra le figure di Cristo e  Maddalena, rese con colori vivaci, avvolte da un chiaroscuro che ne mette in risalto le forme, e nel cupo paesaggio dello sfondo che ci comunica tutta la drammaticità della scena rappresentata.

Il Cristo crocifisso può essere accostato a quello dipinto alcuni anni dopo dallo stesso Ciampelli nella Chiesa di Santa Prassede a Roma per la pala con il Miracolo di San Giovanni Gualberto mentre il volto di Maddalena è vicino a quello delle donne presenti nella Natività di San Michele Visdomini a Firenze (1593).

Inizialmente allievo di Santi di Tito, dal maestro apprese gli stilemi tipici della Controriforma fondati su una maggiore semplificazione delle forme con un chiaro messaggio di tipo devozionale. Nel 1589 lavorò all'interno della bottega del maestro per gli apparati decorativi in occasione delle nozze di Ferdinando I dei Medici e Cristina di Lorena eseguendo su un arco di trionfo provvisorio al canto dei Carnesecchi la scena con il Duca di Guisa che assale Calais. Dopo aver eseguito a Palazzo Corsi, intorno al 1593, un ciclo di affreschi con Storie di Caino e Abele e di Ester ed Assuero, ottenne l'apprezzamento del cardinale Alessandro de' Medici (futuro papa Leone XI), che divenne suo protettore; si trasferì quindi a Roma dove rimase fino alla morte nel 1630.