UN SECOLO TRA COLLEZIONISMO E MERCATO ANTIQUARIO A FIRENZE

19 OTTOBRE 2016
Asta, 0190
30

Scultore romano, metà sec. XVIII

Stima
€ 20.000 / 30.000
Aggiudicazione  Registrazione

Scultore romano, metà sec. XVIII

ALESSANDRO MAGNO E OLIMPIA

coppia di ovali, marmo, cm 72x54x6

Bibliografia di riferimento

F. Caglioti, Fifteenth Century Reliefs of Ancient Emperors and Empresses in Florence: Production and Collecting, in Collecting Sculpture in Early Modern Europe, a cura di N. Penny e E. Schmidt, Washington 2008, pp.106-107

 

Questi due ovali in marmo - raffiguranti, come indicato dalle scritte, Alessandro Magno e la madre Olimpia - si collegano ad evidenza a due rilievi rettangolari conservati nel Palazzo reale di La Granja presso Segovia, studiati da Francesco Caglioti che ha riconosciuto nell’Olimpia un originale di Desiderio da Settignano (55x33), laddove quello raffigurante Alessandro (57x36) fu realizzato solo nel corso del XVIII secolo, presumibilmente per creare un pendant al primo (Caglioti, op. cit. 2008). Ad eccezione del formato e delle dimensioni, i due rilievi qui presentati corrispondono assai puntualmente a quelli spagnoli e la variante forse più significativa è individuabile nell’elmo di Alessandro dove, nel nostro esemplare, compare anche la corona, mentre il drago marino che campeggia nell’elmo dell’esemplare spagnolo viene qui sostituito da una scena che sembra rappresentare Alessandro che doma Bucefalo. Il rilievo di Desiderio, allora ritenuto un marmo classico (‘escuela grieca’), venne donato nel 1738 a Isabella regina di Spagna dal cardinale Luis Antonio de Belluga y Moncada che aveva soggiornato lungamente a Roma. Lo scultore torinese Filippo Collino realizzò nel 1756 a Roma una coppia di rilievi ovali raffiguranti Olimpia e Alessandro (Torino, Palazzo Reale), dove la Olimpia è ispirata palesemente a quella di Desiderio mentre Alessandro è esemplato su un prototipo antico diverso da quello che ha ispirato il marmo spagnolo e quello qui presentato. La storia antica del rilievo con Alessandro alla Granja non si conosce, e non sappiamo se sia entrato nelle collezioni reali nel 1738 con il dono del cardinale Belluga y Moncada (e quindi provenga con tutta probabilità da Roma), ovvero se sia stato scolpito successivamente in Spagna.

La coppia di marmi qui presentati è la sola oggi nota che si ispiri direttamente a entrambi i rilievi della Granja, la cui fama è attestata a Roma (perlomeno per l’Olimpia) intorno alla metà del Settecento. Una collocazione cronologica e un contesto culturale non troppo diverso dovrebbero essere anche quelli in cui sono starti creati i nostri due rilievi.

 

A.B.