Dipinti antichi

23 NOVEMBRE 2016
Asta, 0189
16

λ Scuola fiorentina, prima metà del sec. XVI

Stima
€ 18.000 / 25.000
Aggiudicazione  Registrazione

λ
Scuola fiorentina, prima metà del sec. XVI

CROCEFISSIONE

olio su tavola, cm 83x51

al retro, il numero 87 a vernice bianca

 

Sconosciuto al mercato dell’arte come agli studi specialistici, il dipinto che qui si presenta per la prima volta si iscrive con ogni evidenza in quel panorama fiorentino del primo quarto del Cinquecento messo a fuoco da Federico Zeri nei suoi storici interventi sugli "Eccentrici" pubblicati nel 1962 (Eccentrici fiorentini I e II, in "Bollettino d’Arte" 1962, pp. 216-236; 314-326).

Accomunati da sottili ed estrose divergenze dalla norma classica variamente declinate, come dalla predilezione per vivaci narrazione a piccole figure in paesaggi fantastici, questi allievi "irregolari" di Bachiacca e del Franciabigio costituirono una variante minore della Maniera fiorentina, talvolta sfiorandone i protagonisti, e in particolare Rosso Fiorentino, o artisti meno estremi nelle loro propensioni anticlassiche, come Giovanni Antonio Sogliani e Domenico Puligo.

Oltre alla rilettura capricciosa e bizzarra dei modelli del primo Cinquecento che caratterizza le anatomie stravolte dei ladroni nella nostra tavola, è anche l’intonazione nordica del paesaggio che alla Crocefissione fa da sfondo a orientare l’indagine in direzione degli "eccentrici" individuati da Federico Zeri.

Tra questi, Antonio di Donnino del Mazziere (Firenze 1497-1547) ricordato da Vasari tra gli allievi di Franciabigio, è stato riconosciuto come autore di un gruppo di fogli conservati al Gabinetto dei Disegni degli Uffizi, precedentemente attribuiti da Zeri al Maestro dei Paesaggi Kress, Giovanni di Lorenzo Larciani; a questi si è aggiunto un disegno al British Museum, recante una scritta col nome dell’artista (per alcuni esempi si veda almeno M. Sframeli, in L’officina della Maniera. Catalogo della mostra, Firenze 1996, pp. 272-75).

Sebbene mutilo e smembrato, il corpus degli Uffizi, vero e proprio taccuino di studio, riproduce a sanguigna una serie di brani tratti dalla serie di incisioni di Dürer, la Piccola Passione e la Vita della Vergine, con numerosi motivi paesistici che ritroviamo nelle tavole con episodi ovidiani concordemente restituite al catalogo di Antonio di Donnino e di cui anche la nostra tavola serba il ricordo.

Gli "eccentrici fiorentini" sono stati altresì protagonisti di una sezione della mostra dedicata nel 2002 a Domenico Puligo (Domenico Puligo (1492-1527). Un protagonista dimenticato della pittura fiorentina. Firenze, Palazzo Pitti, 27 settembre 2002-1 maggio 2003). Tra le opere esposte, la tavola di Antonio di Donnino conservata all’Accademia di Firenze (dall’abbazia di Vallombrosa) e raffigurante il Martirio dei Diecimila presenta suggestive consonanze col nostro dipinto, in particolare nel curioso motivo dei tronchi d’albero non piallati che compongono le croci. Tra gli altri possibili confronti, un S. Sebastiano su tavola in asta a Londra da Christie’s nel 1987 (11 dicembre, lotto 99).