capolavori da collezioni italiane

9 NOVEMBRE 2016
Asta, 0187
27

GRANDE SCULTURA, CINA, DINASTIA MING, SEC. XVII

Stima
€ 60.000 / 80.000
Aggiudicazione  Registrazione

GRANDE SCULTURA, CINA, DINASTIA MING, SEC. XVII 
bronzo laccato e dorato, alt. cm 81,5

raffigurante il Bodhisattva Trascendente Samantabhadra, assiso sul dorso di un elefante con tre coppie di zanne.
Il braccio destro è piegato ad angolo con l'indice e il mignolo estesi nel gesto del karaṇamudrā, mentre il sinistro è adagiato sulla gamba con il palmo delle mani rivolto verso l'alto; i piedi incrociati poggiano su un fiore di loto.
L’intera figura è adornata da un’elegante veste drappeggiata e impreziosita da gioielli.
La testa della divinità è sormontata dalla nobile corona, decorata con la figura del Buddha Trascendente Amitābha in posizione Padmasana.

Samantabhadra in cinese (Pǔxián), che significa virtù universale; è il Bodhisattva Trascendente della Verità, in Asia Orientale è il protettore di tutti coloro che praticano la meditazione, mentre nel Tibet rappresenta la compassione attiva (Kurana).
È ricordato come patrono del Sūtra del Loto, e nell'Avatamsaka Sūtra è colui che pronunciò i dieci grandi voti per elevarsi a Bodhisattva, ossia l’illuminazione dell’essere.
Nelle differenti tradizioni buddiste, Samantabhadra viene ricordato come Bodhisattva, ma in altre viene citato come Buddha Primordiale, cioè colui che è nato illuminato.
Secondo la più famosa leggenda popolare buddista Tang, il Bodhisattva Samantabhadra si reincarnò in un orfano che poi venne portato nel tempio GuoQing (国清寺) dal monaco Feng Gan ChanShi (reincarnazione del Buddha Trascendente Amitābha), dove crebbe con il nome di Shide (拾得), divenne poi uno dei più famosi monaci buddisti insieme a Handa Shi (寒大师), reincarnazione del Bodhisattva Manjusri. I tre monaci verranno ricordati nella cultura buddista come i "Tre Santi di Huayan" (华严三圣, Huayansansheng).

Nell’iconografia tradizionale Samantabhadra è rappresentata con abiti ed altri caratteristiche comuni ad alcune rappresentazioni di Guanyin, come i gioielli, la corona e l’abito drappeggiato.
La figura è sempre assisa su un elefante bianco a sei zanne, che simboleggiano i sei modi in cui il Bodhisattva perseguono la spiritualità, per raggiungere l'illuminazione e salvare gli esseri viventi, o rappresentare le sei virtù della perfezione (Paramita): carità, la morale, la pazienza, la diligenza, la contemplazione e la saggezza.

Le prime tracce del culto del Bodhisattva Samantabhadra si rintracciano in Cina durante le dinastie del Nord e del Sud (420 al 589 d.C.), per poi diffondersi nell'epoca di pace della dinastia Sui (581-618) e raggiungere quindi il suo apice nella dinastia Tang (618-907).
Per rendere omaggio a questa importante figura nel buddismo cinese, il Monte Emei (峨眉山) è stato consacrato a Samantabhadra; il primo tempio a lui dedicato vi venne costruito nel 399; nella dinastia Song, il secondo imperatore Song Taizong vi fece erigere una statua di bronzo in suo onore.

 

铜鎏金普贤菩萨坐像, 中国, 明代年间, 十七世纪

Provenienza

Collezione privata, Roma