Importanti Maioliche Rinascimentali

9 NOVEMBRE 2016
Asta, 0186
23

VASO BIANSATO

Stima
€ 4.000 / 6.000
Aggiudicazione  Registrazione

VASO BIANSATO

DERUTA, 1540

Maiolica decorata in monocromia blu di cobalto con applicazione di lustro oro, su smalto stannifero che si estende anche sotto il piede.

Alt. cm 23,7, diam. bocca cm 13, diam. piede cm 11, largh. massima cm 22.

 

Esposizioni

Mostra Mercato Antiquari Milanesi, Milano 1989

 

Provenienza

Collezione Sangiorgi;

Collezione Guy G. Hannaford;

Sotheby’s, Firenze, 17 ottobre 1969, lotto 27;

Florence Taccani, Milano;

Collezione privata, Milano

 

Il vaso ha corpo ovoidale appiattito su alto piede a base svasata, che si apre in una bocca larga a bordo sagomato. Appena sotto l’orlo due anse a cordolo scendono arcuate per ricongiungersi al corpo nel punto di massima espansione. La forma è assai comune nella ceramica derutese del Cinquecento, talvolta dotata di coperchio a cono con presa a bottone. I vasi di questa tipologia erano costituiti da parti assemblate a freddo con argilla morbida a saldare il piede al corpo.

Appena sotto il bordo una sottile fascia mostra il caratteristico decoro a infiorescenze ovali, cui fa seguito caratteristico decoro a embricazioni che interessa tutto la superficie superiore del corpo e parte del collo. La parte mediana del corpo è decorata a fiori di girasole e quindi con un motivo a larghe baccellature, mentre una serie di fasce ornano il piede. L’ornato è realizzato in blu di cobalto su smalto stannifero con decori a lustro giallo dorato nelle parte lasciate riservate.

Gli studiosi ritengono che questi vasi potessero probabilmente essere abbinati a bacili da acquereccia (1): erano vasi specifici della produzione della città di Deruta (2), opera probabile di più botteghe, come testimonierebbero numerosi dati di archivio già dal 1496 (3). La probabile associazione ai bacili ricollocherebbe questa tipologia ceramica ai piatti da parata e alle credenze più importanti.

Numerosi esemplari sono conservati nelle collezioni pubbliche di grandi musei e in collezioni private, caratterizzati da decorazioni geometriche o fitomorfe, talvolta con la presenza di medaglioni con ritratti amatori, che ne attesterebbero l’uso di gamelio. Si vedano come confronto gli esemplari pubblicati dalla Giacomotti nel regesto dei musei francesi (4), ed in particolare il vaso del museo del Louvre con motivo floreale sul corpo, databile al primo terzo del XVI secolo, e gli esemplari a lui vicini. Più prossimo al nostro esemplare il vaso biansato pubblicato da Giovanni Conti della collezione Bellini di Firenze, caratterizzato da un analogo decoro con piccole varianti con decori in blu e lustro oro (5). Si vedano anche il vaso della raccolta di ceramiche del Museo d’Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano (6), databile anch’esso in pieno Cinquecento e molto vicino al nostro esemplare per modalità decorative, e quello della Pinacoteca di Varallo Sesia della collezione Franchi (7). Un ultimo confronto, che mostra la medesima scelta decorativa, ci viene fornito dalla collezione del museo di Berlino (8): esso mostra analoga decorazione a embricazioni o squame sul corpo, ma propone un motivo floreale al posto delle “bacellature oblique” nella parte inferiore del corpo.

 

 

1 FIOCCO GHERARDI 2001, p. 46 n. 68; BARBE 2006, p. 180;

2 Un esemplare è raffigurato in miniatura in cima al catasto del Comune di Deruta nel 1491 (Deruta Catasto ASP, ASCP, Catasti II gruppo, 43, C.5R), vedi BUSTI COCCHI 2004, p. 92;

3 BIGANTIMOTTI 1987, pp. 209-225;

4 GIACOMOTTI 1974, pp. 194-195 n. 630;

5 BELLINI-CONTI 1964, p. 126;

6 BUSTI COCCHI in AUSENDA 2000, pp. 86-88 n. 75;

7 ANVERSA 2004, p. 198 n. 91;

8 HAUSSMANN 1972, pp. 203-204.