Archeologia e arte orientale

8 APRILE 2009

Archeologia e arte orientale

Asta, 0161
Firenze, Palazzo Ramirez Montalvo
Borgo Albizi, 26
 
 
 

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Anfora della Bottega dellUrna Calabresi Materia e tecnica: impasto rossiccio; ingubbiatura rossa lucidata a stecca, vernice bianca-avorio, modellata a tornio Labbro estroflesso, con orlo arrotondato, collo cilindrico a profilo concavo, corpo ovoide rastremato verso il basso, piede a tromba; anse a bastoncello, impostate verticalmente dal collo alla spalla Decorazione: interamente eseguita in bianco; tratti paralleli sul labbro, sul collo motivo a fascia di triangoli col vertice verso il basso fra gruppi di linee parallele superiori ed inferiori, ripetuto due volte; sulla spalla catena di palmette fenicie stilizzate e gruppi di trattini verticali; sulla massima espansione guilloche fra gruppi di linee parallele; nella parte inferiore del corpo si ripete tre volte lo stesso motivo del collo ma i triangoli hanno il vertice verso lalto; due bande parallele sul piede; le anse sono decorate da bande parallele Produzione: Etruria meridionale, Cerveteri Stato di conservazione: integra, lacuna sul labbro Dimensioni: alt. cm 42; diam. bocca cm 17,5 Datazione: fine VII sec. a.C. Cfr.: La ceramica degli Etruschi a c. di M. Martelli, Novara 1987, p. 94 n. 42 e pp. 265-266, per una coppia quasi identica, nn. 106332, 106333 del Museo di Villa Giulia a Roma, provenienti dalla tomba 18 s. di via del Manganello a Cerveteri Questo tipo di anfora dalla caratteristica decorazione bianca-avorio su fondo rosso proviene da una bottega ceretana operante nella seconda metà del VII sec. a.C. della quale sono noti alcuni pithoi dalla Tomba dei Dolii di Cerveteri, unanfora conservata allAsmolean Museum di Oxford, lurna cineraria eponima, unaltra dalla tomba 149 di Monte Abatone (Cerveteri) e due anfore del Musé du Louvre già della Collezione Campana. Lesemplare qui presentato costituisce quindi una nuova testimonianza, finora inedita, dellattività di questa importante officina di Cerveteri

Anfora della Bottega dellUrna Calabresi Materia e tecnica: impasto rossiccio; ingubbiatura rossa lucidata a stecca, vernice bianca-avorio, modellata a tornio Labbro estroflesso, con orlo arrotondato, collo cilindrico a profilo concavo, corpo ovoide rastremato verso il basso, piede a tromba; anse a bastoncello, impostate verticalmente dal collo alla spalla Decorazione: interamente eseguita in bianco; tratti paralleli sul labbro, sul collo motivo a fascia di triangoli col vertice verso il basso fra gruppi di linee parallele superiori ed inferiori, ripetuto due volte; sulla spalla catena di palmette fenicie stilizzate e gruppi di trattini verticali; sulla massima espansione guilloche fra gruppi di linee parallele; nella parte inferiore del corpo si ripete tre volte lo stesso motivo del collo ma i triangoli hanno il vertice verso lalto; due bande parallele sul piede; le anse sono decorate da bande parallele Produzione: Etruria meridionale, Cerveteri Stato di conservazione: integra, lacuna sul labbro Dimensioni: alt. cm 42; diam. bocca cm 17,5 Datazione: fine VII sec. a.C. Cfr.: La ceramica degli Etruschi a c. di M. Martelli, Novara 1987, p. 94 n. 42 e pp. 265-266, per una coppia quasi identica, nn. 106332, 106333 del Museo di Villa Giulia a Roma, provenienti dalla tomba 18 s. di via del Manganello a Cerveteri Questo tipo di anfora dalla caratteristica decorazione bianca-avorio su fondo rosso proviene da una bottega ceretana operante nella seconda metà del VII sec. a.C. della quale sono noti alcuni pithoi dalla Tomba dei Dolii di Cerveteri, unanfora conservata allAsmolean Museum di Oxford, lurna cineraria eponima, unaltra dalla tomba 149 di Monte Abatone (Cerveteri) e due anfore del Musé du Louvre già della Collezione Campana. Lesemplare qui presentato costituisce quindi una nuova testimonianza, finora inedita, dellattività di questa importante officina di Cerveteri
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Athena Giustiniani Materia e tecnica: marmo bianco a grana fine, scolpito e lavorato a trapano La statua raffigura la dea con lelmo corinzio e la corazza adorna dellegida, il braccio destro sollevato a reggere la lancia alla cui base si trova il serpente Erittonio; il braccio sinistro è invece piegato al gomito verso il petto a sostenere lhimation drappeggiato sulla spalla sinistra. La dea indossa sotto lhimation un lungo chitone a fittissime pieghe che ricade fino a terra e dal quale fuoriescono i piedi calzati da sandali. La divinità insiste col peso sulla gamba sinistra mentre la destra è flessa e leggermente arretrata; lelmo corinzio è riccamente decorato nella parte anteriore da una testa di ariete con le corna ritorte ed il pelame a piccole ciocche e legida è appoggiata obliquamente sul petto ed è caratterizzata dalle peculiari estremità a serpentelli guizzanti. LAthena Giustiniani è una copia di epoca romana in marmo pario, probabilmente di epoca antonina (II sec. d. C.), di un originale greco della fine del V secolo a. C. e fu rinvenuta agli inizi del XVII secolo sullEsquilino fra i ruderi delledificio che proprio da questo ritrovamento prese il nome di Tempio di Minerva Medica. Entrò subito far parte della collezione di Vincenzo Giustiniani e fu pubblicata nel 1631 nella raccolta di incisioni conosciute come Galleria Giustiniana. La statua sfuggì alle spoliazioni di Napoleone, quando tutto il resto della Collezione fu portata a Parigi nel 1807 ed in seguito nel 1815 fu acquistata da Federico Guglielmo di Prussia e trasferito a Berlino; infatti lAthena era stata acquistata nel 1805 da Luciano Bonaparte che laveva collocata nellatrio di Palazzo Nunez, sua residenza romana. Nel 1817 fu venduta a Pio VII che stava allestendo il Braccio Nuovo dei Musei Vaticani, dove fu esposta dal 1822 e dove si trova tuttora. Stato di conservazione: priva della mano destra, un restauro antico sul braccio sinistro e sul naso, sommità dellelmo lacunosa. Dimensioni: alt. cm 134 Datazione: inizi XIX sec. d.C.

Athena Giustiniani Materia e tecnica: marmo bianco a grana fine, scolpito e lavorato a trapano La statua raffigura la dea con lelmo corinzio e la corazza adorna dellegida, il braccio destro sollevato a reggere la lancia alla cui base si trova il serpente Erittonio; il braccio sinistro è invece piegato al gomito verso il petto a sostenere lhimation drappeggiato sulla spalla sinistra. La dea indossa sotto lhimation un lungo chitone a fittissime pieghe che ricade fino a terra e dal quale fuoriescono i piedi calzati da sandali. La divinità insiste col peso sulla gamba sinistra mentre la destra è flessa e leggermente arretrata; lelmo corinzio è riccamente decorato nella parte anteriore da una testa di ariete con le corna ritorte ed il pelame a piccole ciocche e legida è appoggiata obliquamente sul petto ed è caratterizzata dalle peculiari estremità a serpentelli guizzanti. LAthena Giustiniani è una copia di epoca romana in marmo pario, probabilmente di epoca antonina (II sec. d. C.), di un originale greco della fine del V secolo a. C. e fu rinvenuta agli inizi del XVII secolo sullEsquilino fra i ruderi delledificio che proprio da questo ritrovamento prese il nome di Tempio di Minerva Medica. Entrò subito far parte della collezione di Vincenzo Giustiniani e fu pubblicata nel 1631 nella raccolta di incisioni conosciute come Galleria Giustiniana. La statua sfuggì alle spoliazioni di Napoleone, quando tutto il resto della Collezione fu portata a Parigi nel 1807 ed in seguito nel 1815 fu acquistata da Federico Guglielmo di Prussia e trasferito a Berlino; infatti lAthena era stata acquistata nel 1805 da Luciano Bonaparte che laveva collocata nellatrio di Palazzo Nunez, sua residenza romana. Nel 1817 fu venduta a Pio VII che stava allestendo il Braccio Nuovo dei Musei Vaticani, dove fu esposta dal 1822 e dove si trova tuttora. Stato di conservazione: priva della mano destra, un restauro antico sul braccio sinistro e sul naso, sommità dellelmo lacunosa. Dimensioni: alt. cm 134 Datazione: inizi XIX sec. d.C.
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