Porcellane e ceramiche dai secc. XVIII al XX, Arredi, Oggetti d'arte e mobili antichi, Dipinti antichi

19 GIUGNO 2009
Asta, 0157
218

Trionfo di Bacco e Sileno, da Filippo Tagliolini, sec. XIX, in bisquit, alt. cm 60,5, danni e restauri Lopera a cui si rifà il gruppo plastico qui presentato è conservato oggi al museo di Capodimonte (inv. 1065)  due personaggi in alto sono una trascrizione di un gruppo che si trovava nel Settecento a Villa Borghese: esso raffigura Bacco e Sileno,  antichi, minori del naturale, e restaurati modernamente. Moderna probabilmente è ancora la loro unione, sì perché è contrario ad ogni convenienza che Sileno si appoggi a Bacco, Divinità di un ordine assai superiore, come anche per esse lo stile della scultura non poco differente in ambedue le figure. Il Bacco incoronato di pampini, sostiene con la mano sinistra molto elevata un grappolo di uva, e con la destra giù stesa, una tazza. Il Sileno ha nella manca un fiasco, e passa la diritta sulla spalla destra del Bacco, in atto di sostenervisi (Visconti). Questo gruppo, che può essere isolato, poggia su un basamento modanato a sua volta disposto su unara cui è appesa una pelle di pantera. Nel registro inferiore tre figure a sé stanti di un fauno danzante, un sacerdote dionisiaco e un baccante con una pantera poggiante sulle zampe posteriori. Nella Nota dei prezzi stilata dal Tagliolini nel 1805 compare fra i gruppi grandi un  di Bacco e Sileno del costo di ducati ventisei. Nellinventario di vendita della Fabbrica nel 1807 si ritrovano due gruppi di Bacco e Sileno (n. 1820, 2268) stimati ducati quindici e un gruppo grande di Bacco e Sileno, di scarto, per ducati quaranta (n. 2482) e un Sacrifizio di Bacco e Sileno valutato ducati sessanta (n. 2250). Evidentemente il gruppo con le due figure in alto poteva essere venduto per proprio conto. Fra le forme viene elencata quella del  di Bacco e Sileno in tredici pezzi (n. 3410). Anche le figure sullimbasamento probabilmente erano vendute da sole: il sacerdote dionisiaco-trascrizione libera di un noto Sardanapolo in Vaticano, detto anche Bacco indiano, statua trovata nel 1766 e da sempre assai famosa-e la Baccante si ritrovano nella lista del 1807 (nn. 1968,1857). Documenti trovati da C. Minieiri Riccio ci informano che nel maggio del 1804 G. Pecorella modellò un  grande di Bacco e Sileno nel giugno dello stesso anno il Pecorella modella ancora un altro gruppo di Bacco e Sileno nel luglio successivo Antonio Sorrentino esegue  gruppo di Bacco e Sileno nellagosto G. Pecorella ne appronta ancora un altro, nellottobre lo stesso artigiano fa invece un gruppo grande del Trionfo di Bacco e Sileno Nel 1806 il Pecorella prepara  gruppo grande a due pezzi con 5 figure del Trionfo di Bacco e Sileno, con base tornita da Giovanni di Gasparro. Di questo gruppo esistono tre esemplari a Capodimonte (s.n., inv. 6365 e 5204) e due a San Martino (inv.557,559); dei soli personaggi in alto si conserva un esemplare nel Museo Arqueoló di Madrid dove viene creduto del Buen Retiro. In: A. Gonzá Lo scultore Filippo Tagliolini e la porcellana di Napoli, con un catalogo delle opere, Torino 1988, pp. 155-156, n. 4, Tav. 4.

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Trionfo di Bacco e Sileno, da Filippo Tagliolini, sec. XIX, in bisquit, alt. cm 60,5, danni e restauri Lopera a cui si rifà il gruppo plastico qui presentato è conservato oggi al museo di Capodimonte (inv. 1065)  due personaggi in alto sono una trascrizione di un gruppo che si trovava nel Settecento a Villa Borghese: esso raffigura Bacco e Sileno,  antichi, minori del naturale, e restaurati modernamente. Moderna probabilmente è ancora la loro unione, sì perché è contrario ad ogni convenienza che Sileno si appoggi a Bacco, Divinità di un ordine assai superiore, come anche per esse lo stile della scultura non poco differente in ambedue le figure. Il Bacco incoronato di pampini, sostiene con la mano sinistra molto elevata un grappolo di uva, e con la destra giù stesa, una tazza. Il Sileno ha nella manca un fiasco, e passa la diritta sulla spalla destra del Bacco, in atto di sostenervisi (Visconti). Questo gruppo, che può essere isolato, poggia su un basamento modanato a sua volta disposto su unara cui è appesa una pelle di pantera. Nel registro inferiore tre figure a sé stanti di un fauno danzante, un sacerdote dionisiaco e un baccante con una pantera poggiante sulle zampe posteriori. Nella Nota dei prezzi stilata dal Tagliolini nel 1805 compare fra i gruppi grandi un  di Bacco e Sileno del costo di ducati ventisei. Nellinventario di vendita della Fabbrica nel 1807 si ritrovano due gruppi di Bacco e Sileno (n. 1820, 2268) stimati ducati quindici e un gruppo grande di Bacco e Sileno, di scarto, per ducati quaranta (n. 2482) e un Sacrifizio di Bacco e Sileno valutato ducati sessanta (n. 2250). Evidentemente il gruppo con le due figure in alto poteva essere venduto per proprio conto. Fra le forme viene elencata quella del  di Bacco e Sileno in tredici pezzi (n. 3410). Anche le figure sullimbasamento probabilmente erano vendute da sole: il sacerdote dionisiaco-trascrizione libera di un noto Sardanapolo in Vaticano, detto anche Bacco indiano, statua trovata nel 1766 e da sempre assai famosa-e la Baccante si ritrovano nella lista del 1807 (nn. 1968,1857). Documenti trovati da C. Minieiri Riccio ci informano che nel maggio del 1804 G. Pecorella modellò un  grande di Bacco e Sileno nel giugno dello stesso anno il Pecorella modella ancora un altro gruppo di Bacco e Sileno nel luglio successivo Antonio Sorrentino esegue  gruppo di Bacco e Sileno nellagosto G. Pecorella ne appronta ancora un altro, nellottobre lo stesso artigiano fa invece un gruppo grande del Trionfo di Bacco e Sileno Nel 1806 il Pecorella prepara  gruppo grande a due pezzi con 5 figure del Trionfo di Bacco e Sileno, con base tornita da Giovanni di Gasparro. Di questo gruppo esistono tre esemplari a Capodimonte (s.n., inv. 6365 e 5204) e due a San Martino (inv.557,559); dei soli personaggi in alto si conserva un esemplare nel Museo Arqueoló di Madrid dove viene creduto del Buen Retiro. In: A. Gonzá Lo scultore Filippo Tagliolini e la porcellana di Napoli, con un catalogo delle opere, Torino 1988, pp. 155-156, n. 4, Tav. 4.