Arte Orientale e Reperti Archeologici

15 GIUGNO 2011

Arte Orientale e Reperti Archeologici

Asta, 0106
Firenze, Palazzo Ramirez Montalvo
Borgo Albizi, 26
 
 
 

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1 - 30  di 218
457

Amazzone ferita Materia e tecnica: marmo bianco italico a grana fine, scolpito e levigato Testa femminile con capigliatura scompartita al centro e divisa in ciocche che ricadono ai lati della testa per riunirsi in una coda sulla nuca; le arcate sopraccigliari sono ben evidenziate, con occhi profondamente chiaroscurati, palpebre delineate in rilievo; il naso rettilineo forma due piccole fossette alla base, la bocca è piccola, appena dischiusa, solo i lobi delle orecchie sporgono dalla massa dei capelli. Il volto ha unespressione fortemente patetica segnata dal dolore della ferita infertale; lo sguardo è leggermente rivolto verso il basso e perso nel vuoto. Produzione: romana Stato di conservazione: mutila dal mento in giù ampia scheggiatura sul naso, tracce di calcina nelle pieghe dei capelli Dimensioni: alt. cm 19,5 Datazione: I-III sec. d.C.  7.000/10.000 Nel 435 a. C. fu bandito dal tempio di Artemide ad Efeso un importante concorso per la realizzazione di una scultura raffigurante unamazzone ferita al quale parteciparono alcuni dei più famosi scultori del tempo. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia (cfr. N. H. XXXIV, 53), ci informa che a vincere fu Policleto, seguito da Fidia, Kresilas e Phradmon. Tra quelle a noi pervenute l'amazzone capitolina, detta tipo Sosykles dalla firma del copista, appare appoggiata ad una lancia e presenta la ferita sul fianco destro. Le proporzioni di quest'amazzone sono quelle più coerenti col Doriforo ed è concordemente considerata la copia delloriginale policleteo. L'amazzone Mattei, conservata ai Musei Vaticani viene in genere attribuita a Fidia, lamazzone di Kresilas è probabilmente rintracciabile nellamazzone tipo Sciarra conservata a Copenhagen, lamazzone di Phradmon è considerata oggi perduta anche se una statua di Artemis a villa Doria Pamphili sembra richiamarla.

Amazzone ferita Materia e tecnica: marmo bianco italico a grana fine, scolpito e levigato Testa femminile con capigliatura scompartita al centro e divisa in ciocche che ricadono ai lati della testa per riunirsi in una coda sulla nuca; le arcate sopraccigliari sono ben evidenziate, con occhi profondamente chiaroscurati, palpebre delineate in rilievo; il naso rettilineo forma due piccole fossette alla base, la bocca è piccola, appena dischiusa, solo i lobi delle orecchie sporgono dalla massa dei capelli. Il volto ha unespressione fortemente patetica segnata dal dolore della ferita infertale; lo sguardo è leggermente rivolto verso il basso e perso nel vuoto. Produzione: romana Stato di conservazione: mutila dal mento in giù ampia scheggiatura sul naso, tracce di calcina nelle pieghe dei capelli Dimensioni: alt. cm 19,5 Datazione: I-III sec. d.C.  7.000/10.000 Nel 435 a. C. fu bandito dal tempio di Artemide ad Efeso un importante concorso per la realizzazione di una scultura raffigurante unamazzone ferita al quale parteciparono alcuni dei più famosi scultori del tempo. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia (cfr. N. H. XXXIV, 53), ci informa che a vincere fu Policleto, seguito da Fidia, Kresilas e Phradmon. Tra quelle a noi pervenute l'amazzone capitolina, detta tipo Sosykles dalla firma del copista, appare appoggiata ad una lancia e presenta la ferita sul fianco destro. Le proporzioni di quest'amazzone sono quelle più coerenti col Doriforo ed è concordemente considerata la copia delloriginale policleteo. L'amazzone Mattei, conservata ai Musei Vaticani viene in genere attribuita a Fidia, lamazzone di Kresilas è probabilmente rintracciabile nellamazzone tipo Sciarra conservata a Copenhagen, lamazzone di Phradmon è considerata oggi perduta anche se una statua di Artemis a villa Doria Pamphili sembra richiamarla.
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Anfora attica a collo distinto Materia e tecnica: argilla figulina arancio; vernice nera lucente; suddipinture in bianco e paonazzo; dettagli resi a graffito Neck-amphora con bocca ad echino rovescio, distinto, collo cilindrico a profilo concavo, distinto dalla spalla da un collarino in rilievo, spalla appiattita, corpo ovoide rastremato inferiormente, piede ad echino, anse a nastro costolate impostate verticalmente sul collo e sulla spalla Decorazione accessoria: orlo, anse e piede esternamente verniciati, sul collo catena di palmette a cinque lobi contrapposte e concatenate, alternate con fiori di loto stilizzati, concatenati e contrapposti; sulla spalla allattacco col collo linguette radiali stilizzate, sotto la scena figurata filetto a vernice che rende il piano di appoggio delle scene, quindi motivo a meandro continuo sinistrorso e catena di boccioli di fiori di loto ascendenti, allattacco col piede motivo a raggiera. Sotto le anse intreccio di quattro viticci, ciascuno desinente in due doppie spirali divergenti, da cui sorgono palmette a cinque foglie, al centro dellintreccio fiore di loto volto verso il basso e due orizzontali più piccoli Decorazione: lato A) Eracle gradiente a destra con leonté sulla testa, spada nella mano sinistra, faretra che gli pende dalle spalle in atto di afferrare con la destra per una zampa un cinghiale dentro un pithos. Leroe è chiaramente identificato dalliscrizione Herakles kalò ed è vivacemente disegnato con particolare attenzione alla muscolatura e alla pelle del leone la cui criniera e pelame sono resi mediante piccole incisioni; nel campo rami con foglie stilizzate ridotte a puntini lato B) due cavalieri volti a sinistra armati di doppia lancia, fra le zampe dei cavalli un cane retrospicente in bianco; i due giovani portano una tenia nei capelli ed indossano corti chitoni ricamati. Iscritta Ogthagora kalò. Il pittore esegue magistralmente le figure dei due animali apparentemente prestando maggior attenzione ad essi rispetto alle figure umane Produzione: ceramica attica a figure nere, cerchia del Pittore di Antimenes Stato di conservazione: ricomposta ed integrata, scheggiature ed abrasioni Dimensioni: alt. cm 26,5; diam. bocca cm 10,6 Datazione: 530-500 a.C. Cfr.: J. Boardman Vasi Ateniesi a figure nere Milano 1992, pp 115-116, nn 186-194 Dichiarata di eccezionale interesse archeologico con D. M. del 27 gennaio 2010

Anfora attica a collo distinto Materia e tecnica: argilla figulina arancio; vernice nera lucente; suddipinture in bianco e paonazzo; dettagli resi a graffito Neck-amphora con bocca ad echino rovescio, distinto, collo cilindrico a profilo concavo, distinto dalla spalla da un collarino in rilievo, spalla appiattita, corpo ovoide rastremato inferiormente, piede ad echino, anse a nastro costolate impostate verticalmente sul collo e sulla spalla Decorazione accessoria: orlo, anse e piede esternamente verniciati, sul collo catena di palmette a cinque lobi contrapposte e concatenate, alternate con fiori di loto stilizzati, concatenati e contrapposti; sulla spalla allattacco col collo linguette radiali stilizzate, sotto la scena figurata filetto a vernice che rende il piano di appoggio delle scene, quindi motivo a meandro continuo sinistrorso e catena di boccioli di fiori di loto ascendenti, allattacco col piede motivo a raggiera. Sotto le anse intreccio di quattro viticci, ciascuno desinente in due doppie spirali divergenti, da cui sorgono palmette a cinque foglie, al centro dellintreccio fiore di loto volto verso il basso e due orizzontali più piccoli Decorazione: lato A) Eracle gradiente a destra con leonté sulla testa, spada nella mano sinistra, faretra che gli pende dalle spalle in atto di afferrare con la destra per una zampa un cinghiale dentro un pithos. Leroe è chiaramente identificato dalliscrizione Herakles kalò ed è vivacemente disegnato con particolare attenzione alla muscolatura e alla pelle del leone la cui criniera e pelame sono resi mediante piccole incisioni; nel campo rami con foglie stilizzate ridotte a puntini lato B) due cavalieri volti a sinistra armati di doppia lancia, fra le zampe dei cavalli un cane retrospicente in bianco; i due giovani portano una tenia nei capelli ed indossano corti chitoni ricamati. Iscritta Ogthagora kalò. Il pittore esegue magistralmente le figure dei due animali apparentemente prestando maggior attenzione ad essi rispetto alle figure umane Produzione: ceramica attica a figure nere, cerchia del Pittore di Antimenes Stato di conservazione: ricomposta ed integrata, scheggiature ed abrasioni Dimensioni: alt. cm 26,5; diam. bocca cm 10,6 Datazione: 530-500 a.C. Cfr.: J. Boardman Vasi Ateniesi a figure nere Milano 1992, pp 115-116, nn 186-194 Dichiarata di eccezionale interesse archeologico con D. M. del 27 gennaio 2010
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