Arte Orientale e Reperti Archeologici

21 NOVEMBRE 2011

Arte Orientale e Reperti Archeologici

Asta, 0102
Firenze, Palazzo Ramirez Montalvo
Borgo Albizi, 26
 
 
 

Tutte le categorie

151 - 180  di 224
322
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343

Djed-Hor figlio di Tared Materia e tecnica: granito nero, inciso scolpito e levigato. Figura maschile stante, in posizione frontale, le braccia stese lungo i fianchi con le mani chiuse a pugno, la gamba sinistra avanzata e la destra lievemente arretrata. Luomo è raffigurato a torso nudo, con il solo gonnellino shendyt, fermato in vita da unalta cintura; il modellato della figura è attento ai particolari anatomici, la muscolatura è accuratamente delineata. Nella parte posteriore un pilastrino dorsale rettangolare con la punta piramidale contiene uniscrizione orizzontale destrorsa su due linee, a cui fa seguito una lunga iscrizione verticale sempre destrorsa su tre colonne. Sul fianco sinistro si trova unulteriore iscrizione verticale su due colonne nella parte superiore e su cinque in quella inferiore, alla base delle quali è raffigurato un personaggio maschile, reso a leggero incavo, verosimilmente un sacerdote, volto a destra, col cranio rasato, il braccio destro proteso ed il sinistro steso lungo il fianco che indossa una veste a vita alta, annodata sotto al petto. La statua pur rifacendosi ai modelli classici dellAntico Regno, visto come periodo aureo della storia egiziana, ha unimpostazione più idealizzata e le masse sono rese in maniera più morbida, cercando di esprimere attraverso la scultura un senso di calma e di sicurezza che mancava nella realtà quotidiana. Iscrizione: Il personaggio, dal nome leggibile solo in parte, Died-Hor figlio di Tared, ha un incarico di sovrintendente allinterno del tempio di Horo-Khentikheti, di Khuit, Harpocrate e Unnefer; le prime due divinità menzionate indicano come molto probabile una provenienza della statua da Athribis nel Delta. Nel testo sul pilastrino dorsale, che prosegue in alto sul lato sin., egli si augura benefici per la vita futura e rivolgendosi fra gli altri ai sacerdoti che conoscono i riti, che conoscono le Emanazioni di Ra (=i libri della scienza sacerdotale composti nelle Case della Vita) spera che per le sue benemerenze essi siano pronti a invocare per lui:  Osiride (=defunto identificato al dio) Djed-Hor il nome della cui madre è Tared -, giusto di voce, possa tu vedere (il dio) Sokar nella sua nobile barca-henu, possa tu percorrere il Grande Oceano (). Tu non sarai respinto, non saranno bloccate le tue gambe alle porte dellAldilà di Unnefer (=Osiride). (Vi) andrai di notte, uscirai giorno fare le tue trasformazioni secondo il tuo desiderio, e per lampiezza delleternità e dellinfinito Produzione: egiziana Stato di conservazione: priva della testa, della mano destra, della parte inferiore della gamba destra e della sinistra da sotto al ginocchio in poi; punta del piastrino dorsale frammentaria, scheggiature diffuse. Dimensioni: alt. conservata cm 49 Datazione: Epoca Tolemaica 323-30 a. C. Si ringrazia la Professoressa Gloria Rosati dellUniversità degli Studi di Firenze, che sta studiando la statua in vista di una sua futura pubblicazione, per averci fornito la traduzione del testo geroglifico. Per questo oggetto la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ha avviato il provvedimento di vincolo ai sensi del D.lgs. 42/2004

Djed-Hor figlio di Tared Materia e tecnica: granito nero, inciso scolpito e levigato. Figura maschile stante, in posizione frontale, le braccia stese lungo i fianchi con le mani chiuse a pugno, la gamba sinistra avanzata e la destra lievemente arretrata. Luomo è raffigurato a torso nudo, con il solo gonnellino shendyt, fermato in vita da unalta cintura; il modellato della figura è attento ai particolari anatomici, la muscolatura è accuratamente delineata. Nella parte posteriore un pilastrino dorsale rettangolare con la punta piramidale contiene uniscrizione orizzontale destrorsa su due linee, a cui fa seguito una lunga iscrizione verticale sempre destrorsa su tre colonne. Sul fianco sinistro si trova unulteriore iscrizione verticale su due colonne nella parte superiore e su cinque in quella inferiore, alla base delle quali è raffigurato un personaggio maschile, reso a leggero incavo, verosimilmente un sacerdote, volto a destra, col cranio rasato, il braccio destro proteso ed il sinistro steso lungo il fianco che indossa una veste a vita alta, annodata sotto al petto. La statua pur rifacendosi ai modelli classici dellAntico Regno, visto come periodo aureo della storia egiziana, ha unimpostazione più idealizzata e le masse sono rese in maniera più morbida, cercando di esprimere attraverso la scultura un senso di calma e di sicurezza che mancava nella realtà quotidiana. Iscrizione: Il personaggio, dal nome leggibile solo in parte, Died-Hor figlio di Tared, ha un incarico di sovrintendente allinterno del tempio di Horo-Khentikheti, di Khuit, Harpocrate e Unnefer; le prime due divinità menzionate indicano come molto probabile una provenienza della statua da Athribis nel Delta. Nel testo sul pilastrino dorsale, che prosegue in alto sul lato sin., egli si augura benefici per la vita futura e rivolgendosi fra gli altri ai sacerdoti che conoscono i riti, che conoscono le Emanazioni di Ra (=i libri della scienza sacerdotale composti nelle Case della Vita) spera che per le sue benemerenze essi siano pronti a invocare per lui:  Osiride (=defunto identificato al dio) Djed-Hor il nome della cui madre è Tared -, giusto di voce, possa tu vedere (il dio) Sokar nella sua nobile barca-henu, possa tu percorrere il Grande Oceano (). Tu non sarai respinto, non saranno bloccate le tue gambe alle porte dellAldilà di Unnefer (=Osiride). (Vi) andrai di notte, uscirai giorno fare le tue trasformazioni secondo il tuo desiderio, e per lampiezza delleternità e dellinfinito Produzione: egiziana Stato di conservazione: priva della testa, della mano destra, della parte inferiore della gamba destra e della sinistra da sotto al ginocchio in poi; punta del piastrino dorsale frammentaria, scheggiature diffuse. Dimensioni: alt. conservata cm 49 Datazione: Epoca Tolemaica 323-30 a. C. Si ringrazia la Professoressa Gloria Rosati dellUniversità degli Studi di Firenze, che sta studiando la statua in vista di una sua futura pubblicazione, per averci fornito la traduzione del testo geroglifico. Per questo oggetto la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ha avviato il provvedimento di vincolo ai sensi del D.lgs. 42/2004
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