Importanti Mobili, Arredi e Oggetti d'Arte, Porcellane e Maioliche

19 NOVEMBRE 2015

Importanti Mobili, Arredi e Oggetti d'Arte, Porcellane e Maioliche

Asta, 0075
FIRENZE
Palazzo Ramirez- Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
ore 15.30
Esposizione
FIRENZE
13-16 Novembre 2015
orario 10 – 13 / 14 – 19 
Palazzo Ramirez-Montalvo 
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   500 € - 25000 €

Tutte le categorie

61 - 90  di 180
63

PIATTO, NAPOLI, FRANCESCO ANTONIO SAVERIO GRUE, 1727

in maiolica decorata in policromia a gran fuoco con verde ramina, bruno di manganese, blu di cobalto, giallo antimonio e dorature, iscritto sulla tesa “NEAPOLI An.1727” “ Dr. Fra. Ant. Xav. Grue pinxit”. Il corpo del grande piatto in terracotta è ricoperto da uno strato di smalto stannifero dal colore leggermente beigiato. Il retro presenta una finissima crettatura con molte pulci e punte di spillo. Tutto l’ornato è disegnato con una sottilissima linea bruno-arancio (ad esclusione delle fronde arboree e delle parti poi dipinte in blu). La tavolozza dei colori a gran fuoco mostra una scala cromatica dominata dal verde, che vede toni chiari dall’accento olivastro, e dal bruno con stesure beige molto chiare. Il bruno scuro del manganese disegna i dettagli e modella i volumi. Le vesti dei protagonisti portano un beige aranciato e blu chiaro. Lumeggiature auree profilano l’intero tessuto decorativo puntinando gli elementi della tesa, le ali e i tessuti dei putti, oltre ad arricchire tessuti e gioielli delle donne sedute al tavolo e, infine, le fronde fogliate. Il grande piatto tondo ha la tesa leggermente inclinata e l’orlo liscio, mentre la balza scende addolcendo il passaggio al fondo liscio. La tesa è riccamente decorata: l’orlo esterno è profilato con una sottile bordura blu accompagnata da filetti manganese, blu e giallo, la fascia maggiore della tesa vede, sul fondo giallo, quattro importanti elementi barocchi, a cartouche, dominati da conchiglie con ciuffi fogliati, fiori e frutti accompagnati da putti in movimento. I due più in alto sono a mezza figura in scorcio e quello a destra si mostra espressivo mentre gioca con un insetto. Altre “zanzare” abitano i piccoli spazi liberi della tesa. La scena vede protagoniste cinque persone sedute a tavola all’aria aperta davanti ad una locanda, mentre stanno mangiando, servite da due giovani osti: la ragazza con l’abito blu porge un piatto, mentre un giovane uomo versa il vino in un calice. Tre figure sedute ci voltano le spalle: un uomo, un ragazzino e una signora dalla veste arancio decorata con una puntinatura dorata. Davanti a lei vi è la donna più giovane: una ragazza elegante che sembra rivolgere serenamente il suo sguardo verso l’osservatore; le è accanto il giovane uomo sorridente che porge il proprio calice all’oste. La scena centrale deriva sicuramente dal mondo pittorico olandese del pieno Seicento: pare affine alle raffigurazioni delle feste popolari, le “Kermesse”, di David Teniers le Jeune e delle locande del contemporaneo Adriaen Van Ostade, dove incontriamo edifici dalle facciate con muri sbrecciati e tettoie molto simili alla nostra, ma le narrazioni popolari che le animano sono più pauperistiche. La dimensione del nostro piatto e la ricchezza decorativa rendono il pezzo unico. La scritta che sigla e data in un nastro sulla tesa è presente su pochi altri pezzi, il più celebre dei quali è un tondino conservato al Museo di San Martino di Napoli (“1718”) schedato da Fittipaldi. La formula scrittoria di dieci anni precedente è molto più leggera e corsiva della nostra, ma Francesco Saverio usa più spesso lo stampatello. La curiosa formula della “N” specchiata della parola Napoli e quella del numero “7” nella data (con la linea superiore orizzontale), però, non incontrano simili nella grande quantità di parole che Francesco Antonio dipinge sui pezzi per manifestare la propria cultura. In un’opera di questa complessità pittorica, tuttavia, questi errori calligrafici non devono essere sopravvalutati, anche se non riusciamo a comprenderne la causa; alt. cm 4; diam. cm 33,2

 

Il piatto è accompagnato da uno studio di Raffaella Ausensa.

 

Stima   € 25.000 / 35.000
76

CRESPINA, PESARO, BOTTEGA DEL PITTORE DI ZENOBIA, 1550-1560 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia, tipica foggia a larghe baccellature che convergono a raggera verso l’umbone largo e costolato, poggiante su un alto piede appena svasato. Il retro è interamente smaltato e mostra un motivo decorativo in blu, a sottolineare le baccellature. Sul fronte è descritta una scena istoriata che riproduce l’episodio Virgiliano di Metabo e Camilla: Metabo, re dei Volsci, inseguito dai nemici e impossibilitato ad attraversare il fiume Amaseno con la figlioletta in braccio, la lanciò sulla sponda opposta legata ad un giavellotto, dopo averla consacrata alla Dea Diana. Lo stile pittorico ci pare molto prossimo a quello di un pittore anonimo, noto come “il pittore di Zenobia”, o almeno ad un artefice a lui molto vicino. Tale attribuzione sembra essere confermata da Carmen Ravanelli Guidotti, che cita una crespina con Metabo e Camilla tra le opere ascrivibili alla bottega pesarese (C. Ravanelli Guidotti, Collezione Chigi Saracini. Maioliche Italiane, catalogo della mostra, Firenze/Siena 1992, pp. 100-108 n. 22). Numerose sono ormai le opere che si raccolgono attorno a questa personalità artistica attiva a Pesaro alla metà del secolo XVI. Questa crespina sotto il piede reca un’etichetta “WILLIAM RIDOUT COLLECTION” con l’iscrizione “U 6” aggiunta a matita, ad indicare la provenienza dalla celebre raccolta William Ridout, dispersa in un’asta londinese nel 1938; alt. cm 7,2, diam. cm 27,5, diam. piede cm 12,4

 

Bibliografia

Catalogue of the William Ridout Collection of Italian Majolica, European Pottery, Faience and Delftware, Christie's, London, 13 December 1938, n. 240

 

Bibliografia di confronto

J. Lessmann, Herzog Anton Ulrich-Museum Braunschweig. Italienische Majolika. Katalog der Sammlung, Brunswick 1979, nn. 472-485.

Stima   € 4.000 / 5.000
Aggiudicazione  Registrazione
87

SERVITO DI PIATTI, MANIFATTURA DI MEISSEN, SECOLO XIX/XX

in porcellana bianca con decoro "a cipolla" in blu, composto di trecentoventi pezzi. Il decoro presenta tonalità di blu di intensità diversa (319).

 

Composizione:

53 piatti piani, 23 piatti fondi, 33 piatti da dolce, 18 piatti da frutta, 22 tazze da brodo con 18 piattini, 1 coppia di grandi vasche centrotavola, 2 alzate, di cui una a due piani e una a tre piani, 1 coppia di legumiere, 2 grandi zuppiere di due misure, 1 piccola legumiera, 2 risottiere con coperchio, di cui una ovale e una circolare, 1 legumiera rettangolare, 1 mostardiera, 1 coppia di salsiere, 1 salsiera con ramaiolo, 1 salsiera con ramaiolo e coperchio, 1 antipastiera a due alloggi, 6 saliere, 4 sottobottiglia, 1 coppia di vassoietti quadrati, 2 vassoietti quadrati con bordo sagomato di due misure, 1 vassoio ovale con bordo sagomato, 3 grandi vassoi ovali di uguale misura, 2 coppie di vassoi ovali di due misure, 3 vassoietti ovali di diverse misure, 1 coppia di vassoietti biansati ovali con tesa traforata, 2 vassoietti rettangolari di due misure, 1 vassoio quadrato con bordo a volute biansato, 3 vassoi circolari con tesa traforata di diverse misure, 1 grande vassoio circolare, 3 vassoi circolari fondi di uguale grandezza, 1 coppia di pesciere, 3 insalatiere, 1 tortiera, 12 tazze da tè con 12 piattini, 23 tazzine per caffè con 23 piattini, 1 tazza per cioccolato biansata con coperchio, 1 caffettiera, 2 lattiere di due misure, 1 coppia di teiere tonde, 1 teiera piccola tonda, 12 piatti con tesa traforata da piccola pasticceria, 1 coppia di flaconi, 1 barattolo per composte, 1 coppia di zuccheriere ovali, 1 zuccheriera circolare, 1 piccola zuccheriera circolare

Stima   € 7.000 / 10.000
Aggiudicazione  Registrazione
61 - 90  di 180