Dipinti Antichi

22 APRILE 2013
Asta, 0070
8

Attribuito a Francesco Granacci

Stima
50.000 / 70.000
Aggiudicazione  Registrazione
Attribuito a Francesco Granacci
(Villamagna (Volterra) 1469-1543)
ALTAROLO RAFFIGURANTE NELLA PARTE CENTRALE LA VERGINE ADORANTE IL BAMBINO, ALL’INTERNO DEGLI SPORTELLI LATERALI SAN PIETRO MARTIRE E SANTA CATERINA DA SIENA, ALL’ESTERNO ANGELO ANNUNCIANTE E VERGINE ANNUNCIATA DIPINTI A MONOCROMO
altarolo portatile ad olio su tavola centinata con cornice in legno laccata e dorata con gradino, cm 37x42,5 aperto; cm 37x21,5 chiuso
al recto sul gradino iscrizione dipinta in ora “VERBUM CARO FACTU EST”
sul retro iscrizione a matita e vecchia etichetta relativa alla provenienza
 
Provenienza: collezione Lord Ashburham, Ashburnham Place, Battle (Sussex);
collezione Innocenti, Roma
 
Questo trittico che faceva parte della collezione di Lord Ashburnham ad Ashburnham Place a Battle (Sussex), rappresenta un raro esempio di altare portatile della fine del Quattrocento, paragonabile a pochi altri esempi della fine del Quattrocento inizi Cinquecento, come quello mutilo di Fra Bartolomeo, conservato agli Uffizi.
All’esterno delle due ante apribili è raffigurata a monocromo l’Annunciazione, mentre nel pannello centrale è dipinta l’Adorazione del Bambino da parte della Vergine. In secondo piano è poi raffigurato San Giuseppe, riconoscibile dal manto giallo, mentre riceve da un pastore un agnello in dono, quale simbolo del futuro sacrificio di Cristo. Nei due pannelli laterali sono invece figurati entro nicchie architettoniche San Pietro Martire e Santa Caterina da Siena, mentre in alto come decorazione dei pennacchi sono inserite rispettivamente le scene di San Francesco che riceve le stigmate, e del Martirio di santa Giustina, riconoscibile dalla spada che la trafigge.
Per quanto riguarda invece lo stile, l’opera dichiara la sua derivazione da modelli di Domenico Ghirlandaio, in particolare la grande Adorazione Sassetti dove, seppur speculare, vi è il medesimo rapporto fra la Vergine e il Bambino poi replicata in numerose derivazioni della bottega o di maestri affini (vedi N. Pons, La fortuna figurativa dell’’Adorazione’ Sassetti di Domenico ghirlandaio in Santa Trinita, in Domenico Ghirlandaio 1449-1494, Atti del Convegno Internazionale (Firenze 1994) Firenze 1996, pp. 165-174). Per quanto riguarda le figure di san Pietro Martire e di Santa Caterina nelle nicchie sugli sportelli sarà d’obbligo richiamare invece i santi dei pannelli laterali del polittico Tornabuoni, eseguito da Domenico Ghirlandaio a partire dal 1491 e finito dagli allievi a partire dal 1494 fino al 1496, ed oggi dispersi in vari musei. In particolare qui tornano entro nicchie semplificate, seppur con piccole varianti relative alla posizione delle mani e agli attributi, sia il san Pietro Martire della collezione Magnani Rocca, e, speculare, la santa Caterina della Alte Pinakothek di Monaco. Tuttavia, se i modelli sono quelli proposti da Ghirlandaio, alcuni elementi stilistici rimandano invece alla fase giovanile di Francesco Granacci che si formò proprio nella bottega di Domenico e produsse le prime opere autonome allo scadere del secolo. La caratteristica semplificazione dei volumi assieme ad un più risentito andamento delle pieghe dei panneggi in questo altarolo appare infatti nelle prime tavole attribuite dalla critica al Granacci. Per quanto riguarda la caratteristica semplificazione del disegno degli animali si dovrà guardare a quelli che Granacci dipinse nel tondo della Honolulu Academy of Art alle Hawaii, (S. H. Kress 532, vedi C. von Holst, Francesco Granacci, Monaco 1974, p. 132, cat. 6, figg. 13-14). Proprio questa Sacra Famiglia con san Giovannino è l’opera di Granacci che più si avvicina a questo altarolo, oltre che nello stile anche per quanto riguarda la posizione del bambino e il disegno semplificato ed austero dell’architettura sul fondo.
L’esecuzione di questo altarolo andrà dunque collocata fra la morte di Domenico Ghirlandaio, avvenuta nel 1494 e lo scadere del secolo.