Mobili, Arredi e Oggetti d'Arte

27 NOVEMBRE 2014

Mobili, Arredi e Oggetti d'Arte

Asta, 0021
FIRENZE
Palazzo Ramirez- Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
ore 16
Esposizione

FIRENZE
dal 21 al 24 novembre 2014
orario 10 – 13 / 14 – 19
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it

 
 
 
Stima   350 € - 30000 €

Tutte le categorie

1 - 30  di 219
75

ALZATA, CASTELLI, BOTTEGA POMPEI, 1680-1690

in maiolica dipinta in monocromia blu di cobalto con tocchi di bruno di manganese, medaglione centrale decorato con una scena di caccia ispirata dalle incisioni di Antonio Tempesta (1555-1630) incorniciata da una sequenza di elementi decorativi alternati: di vasi di fiori, ciuffi vegetali, zolle con nuclei di edifici, uccelli e insetti. La monocromia turchina “alla maniera di Genova” è attestata a Castelli a partire dal 1670 circa. Molti frammenti in monocromia blu sono infatti emersi dallo scarico retrostante la bottega di Geronimo e Gabrilele Pompei, presso cui lavorarono per un certo periodo anche Berardino Gentili ed i suoi figli. Le affinità con tali frammenti e con alcuni altri esemplari di questa tipologia decorativa permettono di attribuire con certezza l’opera in esame alla bottega sopraindicata nell’ultimo ventennio del Seicento, diam. cm 28,5

 

Bibliografia

F.G.M. Battistella, V. De Pompeis, Le maioliche di Castelli dal Rinascimento al Neoclassicismo, 2005, p. 82, fig. 129;

C. Fiocco, G. Gherardi, G. Matricardi, Capolavori della maiolica Castellana dal cinquecento al terzo fuoco. La collezione Matricardi, catalogo della mostra, Teramo 2012, pp. 102-103, n. 147

 

                                                            

                    

                                                                          

                                                                          

Stima   € 4.000 / 6.000
142

“SURTOUT”, FAENZA, MANIFATTURA FERNIANI, PRIMA METà SECOLO XVIII

in maiolica dipinta a gran fuoco con giallo, giallo, arancio, blu, verde, bruno di manganese, composto da cioccolatiera e vassoio di forma ottagonale con doppio bordo rilevato, con alloggiamenti per le tazze e presumibilmente per la lattiera, la zuccheriera e la cioccolatiera. Il decoro del surtout mostra elementi di gusto tardo barocco in bianco e blu, realizzati a risparmio su fondo spugnato in manganese diluito, mentre al centro spiccano tre riserve con figure mitologiche in monocromia cobalto. Un ornato coerente riveste la cioccolatiera, che mostra un’elaborata riserva con busto loricato e ripropone sul coperchio i medesimi motivi posti in corrispondenza degli angoli sul surtout. La maiolica è attribuita alla manifattura dei conti Ferniani a Faenza, ed è probabilmente opera del cosiddetto “Pittore del 1740”,recentemente identificato da Carmen Ravanelli Guidotti come Nicolò Raccagni. Un confronto con una cioccolatiera del Museo di Arti Decorative di Amburgo (e con le opere pubblicate da C. Ravanelli Guidotti ne danno preciso riscontro nel Thesaurus di opere della tradizione di Faenza (1998, p. 544), alzata cm 45,7x40,7; cioccolatiera alt. cm 23,5

 

Bibliografia

J. Rasmussen, Italienische Majolika, 1984, n. 204

C. Ravanelli Guidotti, La Fabbrica Ferniani, 2009, pp. 50-51, 162-163, 176-177, n. 14 (associato al nome di Niccolò Raccagni);

R. Ausenda in Caviglia, Schede 48-96, n. 60 - Dicembre 1999

 

                                                    

                                                                          

Stima   € 18.000 / 25.000
Aggiudicazione  Registrazione
38

CALAMAIO, URBINO, BOTTEGA PATANAZZI, 1575-1600,

CALAMAIO, URBINO, BOTTEGA PATANAZZI, 1575-1600,

in maiolica decorata in policromia con giallo, azzurro, verde bruno di manganese, bianco di stagno. Il calamaio raffigura San Matteo che scrive il Vangelo, seduto su una sedia dall’alto schienale, il volume sorretto sulla schiena da un piccolo angioletto in piedi su un pilastro quadrangolare; ai piedi del santo un vasetto decorato da mascheroni e un libro chiuso. San Matteo tiene il libro con la mano sinistra e, portando al petto la destra, guarda avanti con atteggiamento ispirato. Queste plastiche avevano una destinazione privata, frutto di commissione o di dono, prodotte utilizzando figure modellate, ma talvolta con dettagli tratti a stampo, che consentivano di moltiplicare i soggetti modificandone il carattere simbolico–decorativo specialmente nelle opere con più personaggi. Carmen Ravanelli Guidotti ha attribuito questa tipologia alla bottega Patanazzi datandola, come già notato dal Ballardini (G. Ballardini, Il calamaio di un grandissimo storico, in Faenza XXXVI, fasc. V, 1950, pp 99-103) in base ad un esemplare con stemma Aldobrandini, alla fine del Cinquecento e ai primi anni del Seicento. La studiosa supera l’attribuzione a Faenza proponendo la paternità urbinate in virtù delle caratteristiche tecniche: il modellato un poco goffo, il notevole spessore dello smalto, l’associazione – non in questo caso - con raffaellesche, ed altro ancora. Questo calamaio presenta una bordura realizzata con un motivo ad archetti spesso presente nelle decorazioni minori delle opere dei Patanazzi, cm. 30x16x17

 

Per confronto

E. Ivanova, Il secolo d’oro della Maiolica, Milano 2003, p. 111, n. 97

 

 

Stima   € 9.000 / 12.000
1 - 30  di 219