Importanti Dipinti del Secolo XIX

21 APRILE 2015

Importanti Dipinti del Secolo XIX

Asta, 0002Part 2
FIRENZE
Palazzo Ramirez Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
Immediatamente a seguire il catalogo Importanti Dipinti Antichi
Esposizione
FIRENZE
17-20 Aprile 2015
orario 10 – 13 / 14 – 19
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it
 
 
 
Stima   1000 € - 150000 €

Tutte le categorie

1 - 30  di 69
183

Giovanni Segantini

(Arco (Trento) 1858 - Schafberg (Pontresina) 1899)

PASTORA ADDORMENTATA

olio su tela, cm 30x50,5

sul retro: timbro della R. Dogana di Milano; sul retro del telaio etichetta della mostra "Ausstellung Italienischer Malerei des XIX. Jahrhunderts" e etichetta della mostra "Il Simbolismo in Italia"

 

Esposizioni

Ausstellung Italienischer Malerei des XIX. Jahrhunderts, Berna, Berner Kunstmuseum, 1944/45

Il Simbolismo in Italia, Padova, Palazzo Zabarella, 1 ottobre 2011 – 12 febbraio 2012

 

Bibliografia

M. Montandon, Giovanni Segantini, 1906, n. 22 (*)

M. Montandon, Giovanni Segantini, Bielefeld 1925, p. 21, n. 20, illustrato (*)

G. Nicodemi, Giovanni Segantini, Milano 1956, p. 36, n. 18 (foto ritoccata)

F. Arcangeli, M.C. Gozzoli, L'opera completa di Segantini, Milano 1973, n. 211, illustrato (*)

A.P. Quinsac, Segantini. Catalogo generale, vol. I, Milano 1982, p. 236 (foto ritoccate)

O. Cucciniello, scheda in Il Simbolismo in Italia, catalogo della mostra (Padova, 1 ottobre 2011 – 12 febbraio 2012) a cura di M.V. Marini Clarelli, F. Mazzocca e C. Sisi, Venezia 2011, fig. 1 pp. 77, 231

(*) Non si sa con esattezza a quale versione dell'opera si riferiscono.

 

"Il dipinto, che era stato esposto a Berna nel 1944/45, è riapparso sul mercato antiquario intorno agli anni 90: mi accorsi allora che si trattava di un ritrovamento importante. Riconducibile alla fine del periodo che Segantini trascorse in Brianza, cioè dall'uscita dell'accademia di Brera alla partenza per i Grigioni (1880-1886), va datato intorno agli anni 1883-84. E' già un'opera matura, particolarmente significativa dell'iconografia e delle qualità pittoriche del giovane artista esordiente sulla scena internazionale. Nel 1883 Segantini era conosciuto all'estero: era stato conferito la medaglia d'oro alla prima versione di Ave Maria a Trasbordo, in occasione dell'esposizione internazionale di Amsterdam.

I successi e lo sviluppo di una iconografia propria corrispondono a quel periodo relativamente sereno, prima dell'emigrazione: con la compagna Bice Bugatti e i due figli (Gottardo, nato nel Maggio 82 e Alberto, nel ottobre 83) l'artista vive a Carella, vicino al lago di Pusiano, in sodalizio con il pittore Emilio Longoni, stipendiato come lui da Vittore Grubicy in cambio della produzione artistica. Il paesaggio ameno di questa regione di laghi dalla verdeggiante vegetazione e dai contrasti di luce spesso velati dalla nebbia, determinano in lui una ricerca pittorica basata sulle sfumature di verdi, di grigi e ocre e su un sapiente uso del chiaroscuro; una visione pittorica che al contatto con la luminosità tersa delle Alpi Svizzere verrà sostituita dai toni chiari del divisionismo. Fu tuttavia questa pittura tonale, della quale il dipinto in esame è un esempio inconfondibile, a conquistare per primi gli olandesi.

Una indispensabile pulitura dovrebbe ridare all'opera una profondità e una leggibilità offuscate da vernici decomposte, restituendo ai volumi dei corpi un loro inserimento nello spazio ambientale ed una dolcezza nella presenza fisica degli esseri che è quasi sempre uno dei pregi del Segantini poeta della vita contadina. Potrebbe anche riaffiorare una firma in basso a destra, visibile in alcune fotografie anteriori riferibili allo stesso soggetto.

E' impossibile asserire a quale dei due dipinti da me pubblicati nel catalogo ragionato questa versione corrisponde né se si tratta di una terza versione del dipinto: erano tutte opere non rintracciate, pubblicate da fotografie ritoccate perché riprese dalla letteratura in testi in cui non sono riportate nemmeno le misure delle opere. Nella sua monografia del 1956 Nicodemi aveva pubblicato una fotografia che corrisponde senza dubbio al nostro dipinto. Tuttavia ne aveva frainteso il soggetto che titola "Il pastore addormentato". Come da lui indicato nei crediti, ne aveva ricavato la fotografia dall'archivio del Castello Sforzesco di Milano, che è stata la fonte della mia riproduzione n. 300. Nell'assenza di un iter completo di provenienze e di esposizioni, poiché le altre versioni non sono tuttora rintracciate e che potrebbero esser state esposte sotto altri titoli, rimando alle schede 299/ 300 e 301 del catalogo ragionato. Servaes parla di un dipinto "Gli inondati", ugualmente non rintracciato, il cui soggetto potrebbe corrispondere a questo.

Comunque sia, il dipinto illustra una tematica che, a partire della nascita dei figli, è fortemente presente nell'immaginario segantiniano e diventerà fulcro della sua opera: quella della maternità universale, che nella simbolica dell'artista s'identifica nella tenerezza della natura verso le creature. E' sera, una giovane madre, sdraiata sull'erba del campo sembra concedersi un attimo di riposo mentre suo bambino, quasi impaurito, si è accasciato contro di lei; sfinita dalla stanchezza, la donna ha trovato conforto in quel paesaggio montano che la presenza della pecora con il suo agnellino carica di valenza affettiva. Le due maternità sono contrapposte, spensierata quella della pecora, che con il piccolo forma un gruppo compatto che sovrasta la contadina e il bambino; faticosa quella della donna, che appare pure incinta e non è addormentata, come il titolo tradizionale suggerirebbe, bensì assorta nei suoi pensieri. Questa ricchezza iconografica costituisce il pregio maggiore del dipinto che nella resa pittorica regge il confronto con altri che hanno stabilito la notorietà dell'artista, ad esempio il coevo Giornata fredda di Novembre, oggi al Museo Segantini di Saint Moritz nel quale riappare lo stesso bambino e che ha fatto parte della mitica collezione Drucker di Londra".

Annie Paule Quinsac

Stima   € 150.000 / 200.000
181

Lorenzo Viani

(Viareggio 1882 - Lido di Ostia 1936)

PARIGI, FUORI DELLA RUCHE (UOMO, DONNA, PANCHINA)

olio su compensato, cm 69,5x89,5                                          

firmato in basso a sinistra

sul retro: etichetta recante titolo

 

L'opera è corredata di attestato di archiviazione n. 18054 di Enrico Dei rilasciata in data 11 settembre 2014.

 

Provenienza

Collezione privata, Roma

 

Sebbene la data sia molto controversa, è il 1908 l'anno del primo viaggio di Viani a Parigi, che rappresenta per l'artista viareggino, il momento della verifica e lo scontro faccia a faccia con quella realtà dura e amara di quegli anni che opere come L’Apuana già testimoniavano. Appena arrivato, dopo un breve soggiorno in casa Fleury, trova rifugio nelle misere stanze del dormitorio pubblico alla Ruche, in rue Dantzig, luogo frequentato dai poveri e dagli emarginati della città e che l'artista ritrae nelle due opere inedite che presentiamo in questa vendita la cui esecuzione pensiamo sia proprio da individuare in questa data. Inizia così quella dura esperienza descritta nel libro Parigi (Ed. Alpes, Ilano, 1925).

Ma è a Parigi che Viani conosce le avanguardie che agitano la capitale: sappiamo che visita la mostra retrospettiva di Vincent Van Gogh, allestita alla Galerie Bernheim–Jeune, vede le opere di Daumier, che già avevano influenzato l'opera dell'artista viareggino anche prima del viaggio nella capitale francese. Conosce inoltre la pittura dei fauve, da poco esplosa nella città; Vlamink, Derain, Van Dongen, Matisse e l'arte negra, Pascin e Picasso del periodo rosa e blu. La corrente espressiva influenza fortemente l'opera di Viani nella drammaticità e nella consapevolezza della fragilità del tutto, e in questo atteggiamento la critica recente ha rivalutato e addirittura affiancato alla pittura di Edvard Munch, vicine sia nella modernità dell'immagine, presa come un fotogramma, sia per l'immediatezza della rappresentazione.

Sempre nel 1908 Viani rientra a Viareggio, e nell'estate partecipa con Nomellini alla cerimonia per la traslazione della salma di Giovanni Fattori a Montenero. Torna a Parigi nell’autunno del 1908 ed espone dal 2 al 31 dicembre, senza molto successo, cinque disegni alla Galerie La Comédie Humaine di George Petit. Compie un breve viaggio a Bruxelles. Rimane a Parigi fino alla primavera inoltrata del 1909. Le sue condizioni economiche e psicologiche sono disperate.

A questo periodo dovrebbero risalire le illustrazioni, oggi perdute, per Les Blasphèmes di Richepin. Ha modo di incontrare e conoscere, seppure in modo occasionale e fugace, Pablo Picasso, Paul Adam, Henri Matisse, e numerosi altri artisti di orientamento espressionista. Per l'intero 1910 Viani non frequenta Parigi , ma alla fine del 1911 è ancora là, dove all'Hotel du Pantheon è ospite, in qualità di inviato del Generale Ceccarado, del filosofo greco Brissimizakis, già socio in affari con Enrico Pea. Incontra Amilcare Cipriani, Alceste De Ambris, Luigi Campolonghi, Jean Grave e altri esponenti dell’anarchia internazionale. All'inizio del gennaio 1912 si conclude il soggiorno parigino.

 

cfr. Lorenzo Viani. Un maestro del Novecento europeo, catalogo della mostra (Seravezza, 8 luglio - 24 settembre 2000) a cura di G. Bruno e E. Dei, Seravezza 2000

Stima   € 20.000 / 30.000
Aggiudicazione  Registrazione
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