DAL RINASCIMENTO AL PRIMO '900. PERCORSO ATTRAVERSO CINQUE SECOLI DI PITTURA

11 MAGGIO 2022
Asta, 1117
22

Bottega di Perugino, inizio sec. XVI

Stima
€ 60.000 / 80.000

Bottega di Perugino, inizio sec. XVI

MADONNA DEL SACCO

olio su tavola, cm 93x84,5

 

Workshop of Perugino, early 16th century

MADONNA DEL SACCO

oil on panel, cm 93x84,5

 

Risale al 1499 circa l’ideazione, da parte di Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come Pietro Perugino (Città della Pieve, 1448 circa – Fontignano, 1523), del gruppo della Madonna in adorazione del Bambino tenuto su da un angelo sopra un sacco da viaggio, destinata allo scomparto centrale del polittico commissionato  da Ludovico il Moro per la Certosa di Pavia, oggi conservato insieme a quelle laterali presso la National Gallery di Londra (la cimasa con il Padre Eterno è rimasta invece in loco).

Già Cavalcaselle sosteneva come questo tema della “Madonna di Pavia” fosse poi in seguito stata ripetuta pochi anni dopo nella tavola pervenuta con l’eredità del cardinale Leopoldo de’ Medici alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, aggiungendo il San Giovannino inginocchiato e dando, con l’eliminazione dei tre angeli, più risalto al paesaggio.

Il medesimo taglio compositivo dell’opera della Palatina, nota come Madonna del sacco per l’originale inserimento del fagotto bianco su cui è adagiato il Bambino, è stato poi reimpiegato nella luminosa tavola qui presentata dove lo sguardo dello spettatore è similmente condotto a soffermarsi prima sul dolcissimo incrocio di sguardi tra i suoi protagonisti e successivamente verso il profondo paesaggio collinare, punteggiato di esili alberelli, che si sfuma con il cielo in corrispondenza dell’orizzonte. Il disegno, in particolar modo della nostra Madonna, mostra la straordinaria perfezione formale raggiunta da Perugino negli anni a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento.

Un’immagine così riuscita è stata più volte replicata nella prolifica bottega peruginesca, come era solito accadere all’interno delle officine cinquecentesche in cui cartoni e disegni venivano conservati proprio al fine di un loro riutilizzo: se ne conoscono infatti più versioni conservate in diversi musei quali il Museo di Nancy e lo Stadël Museum di Francoforte sul Meno.

Il suo coinvolgimento nella realizzazione degli affreschi della cappella Sistina decreta lo straordinario successo del pittore umbro che potrà contare su una vasta cerchia di allievi e collaboratori, tra i quali si ricorda oltre ai ben noti Raffaello e Pinturicchio, Francesco Verla (Villaverla, 1470 – Rovereto, 1521) e Antonio del Massaro da Viterbo detto il Pastura (attivo a Roma tra il 1478 e il 1516). Presso l’Accademia di Venezia è conservato un disegno considerato di un discepolo di Perugino che sembra ricollegarsi proprio alla Madonna del Sacco.