DIPINTI ANTICHI

9 NOVEMBRE 2021
Asta, 1078
26

Andrea Belvedere

Stima
€ 60.000 / 80.000
Aggiudicazione  Registrazione

Andrea Belvedere

(Napoli, c. 1652 – 1732)

FIORI E ARGENTERIA

FIORI, ARGENTI E UN PAPPAGALLO

coppia di dipinti, olio su tela, cm 102,5x78,5

(2)

 

FLOWERS AND SILVERWARE

FLOWERS,SILVERWARE AND A PARROT

oil on canvas, cm 102,5x78,5, a pair

(2)

 

Sontuosi ma raffinati negli accordi cromatici che esplorano l’intera gamma dei rossi e del rosa, e nella splendida “mostra” di vasellame in argento dalle costolature lucenti alternate a campi incisi di chiaroscuro, i dipinti qui presentati costituiscono una splendida prova della creatività di Andrea Belvedere, appena prima della conclusione della stagione più felice della natura morta napoletana.

Sono qui riprese soluzioni già esplorate dagli specialisti nel genere coevi al pittore o appena più anziani, da Nicola Malinconico a Gaspare Lopes, non senza richiami all’ultimo Giuseppe Recco: dai loro esempi, per l’appunto, la scelta di accompagnare i fiori con vasi in argento e di disporre la composizione all’aperto, quasi a simulare l’allestimento di un rinfresco in giardino. Soluzioni già maturate, peraltro, nell’ambiente romano dopo la metà del secolo e diffuse a Napoli da chi appunto a Roma si era formato, come Abraham Brueghel e lo stesso Paolo Porpora.

Inconfondibile cifra di Andrea Belvedere è tuttavia l’ambientazione notturna, il fondo buio da cui i suoi fiori emergono, quasi scovati da un fascio luminoso che all’improvviso ne accenda i colori brillanti.

È appunto questa la formula sperimentata dall’artista nelle sue prove più note, dalle Boules-de-neige nel Museo Nazionale di Capodimonte ricordate per la prima volta dal suo biografo Bernardo De Dominici, alla composizione di Anatre e fiori a Firenze nella Galleria Palatina, firmata con monogramma, per non parlare delle numerose tele di raccolta privata restituite ad Andrea Belvedere per ragioni stilistiche.

Tutte opere da circoscrivere agli anni che precedono la partenza per la Spagna, nel 1694. Tornato da Madrid agli albori del nuovo secolo, l’artista abbandonò infatti la pittura per dedicarsi al teatro: una scelta non del tutto in contrasto con il suo modo di esercitare la professione di pittore di natura morta praticata con enorme successo fino a quel momento.