Arte Moderna e Contemporanea

20 GENNAIO 2021
Asta, 1018
20

GIUSEPPE ZIGAINA

Stima
€ 2.500 / 3.500
Aggiudicazione  Registrazione

GIUSEPPE ZIGAINA

(Cervignano del Friuli 1924 - Palmanova 2015)

Paesaggio dell'Aussa

1953

olio su tela

cm 73x90

firmato e datato “53” in basso a sinistra

retro: etichetta Galleria del Girasole di Udine, cartiglio “Mostra nazionale di arti decorative Spoleto 26 settembre 1953”, cartiglio La Colonna Galleria d'arte Milano, cartiglio con inscritto "Pubblicato: Comanducci terza edizione p. 2105, Mario De Micheli "Zigaina" Edizione del Milione tav. 36, Renata Usiglio "Zigaina" edizione la Colonna Milano 1954"

 

Aussa's landscape

1953

oil on canvas

73x90 cm

signed and dated "53" lower left

on the reverse: label Galleria del Girasole Udine, label "Mostra nazionale di arti decorative Spoleto 26 settembre 1953", label La Colonna Galleria d'arte Milano, label inscribed "Pubblicato: Comanducci terza edizione p. 2105, Mario De Micheli "Zigaina" Edizione del Milione tav. 36, Renata Usiglio "Zigaina" edizione la Colonna Milano 1954"

 

Esposizioni

Giuseppe Zigaina. Dipinti 1944-2002, Castello, Salone del parlamento, Udine, 18 maggio - 30 giugno 2002

Zigaina. Opere 1942-2009, Villa Manin, Passariano, 21 marzo - 30 agosto 2009

 

Bibliografia

M. De Micheli, Giuseppe Zigaina, Milano 1966, tav. 36

Giuseppe Zigaina. Dipinti 1944-2002, catalogo della mostra (Castello, Salone del parlamento, Udine, 18 maggio - 30 giugno 2002), p. 63 n. 22

M. Goldin (a cura di), Zigaina. Opere 1942-2009, catalogo della mostra (Villa Manin, Passariano, 21 marzo - 30 agosto 2009), p. 118

 

“Ci sono opere degli anni Cinquanta che mi piacciono ancora. E continuo a essere affascinato dalle biciclette”

 

                                                                                                                                                                    G. Zigaina,2009

 

Giuseppe Zigaina iniziò instancabilmente a dipingere fin da bambino, e decise poi di seguire questa vocazione artistica, studiando a Venezia e terminando la sua formazione all’Accademia di Architettura. I suoi esordi risalgono al 1943 quando la Fondazione Bevilacqua La Masa organizzò la sua prima personale; seguirono poi la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la storica Galleria del Cavallino e la Biennale di Venezia del 1948, dove tornerà anche nelle successive edizioni.  Fondamentale per lui fu nel 1946 l’incontro a Udine con Pier Paolo Pasolini, con il quale instaurò un rapporto cardine di profonda amicizia e di fruttuosa collaborazione, destinata a durare fino alla morte del poeta e anche oltre. L'ammirazione tra i due Maestri fu sempre reciproca: se Pasolini gli dedicò il poemetto Quadri friulani contenuto nel volume Le ceneri di Gramsci, Zigaina collaborò in alcuni dei suoi film e fece della sua poetica soggetto di numerosi saggi. Tra i suoi contributi si ricordano ad esempio Pasolini e la morte. Mito, alchimia e semantica del nulla lucente (1987), Pasolini tra enigma e profezia (1989) e Pasolini. Un’idea di stile: uno stilo (1999).

 

L’ispirazione principale dei lavori degli anni Cinquanta giungeva dal mondo rurale e della natura, dal sentimento che unisce l’uomo alla sua terra di origine. Nei suoi quadri, come in alcune poesie di Pasolini, questo legame richiamava un universo antico di miti contadini: riti sacrificali che servivano a propiziare il raccolto. Affermava infatti Gillo Dorfles in quel periodo: “La tua è una visione animistica!”. Le sue biciclette, definite realistiche, erano invece fortemente simboliche, così come la falce, che altro non era se non un inamovibile segno di morte. La posizione di Zigaina nei confronti di quello che definiva territorio dell’anima è sempre stata una forma di proiezione dell’Io, di autoidentificazione in cui oggetto e soggetto erano inscindibilmente concatenati.

 

Ad essi affiancò progressivamente altri contenuti come la figura paterna, una costante intersecante, anche quando la resa figurativa venne progressivamente sostituita dall’astrazione delle forme, tesa a cogliere l’essenza piuttosto che l’apparenza della vita, tramite chiaroscuri e ambivalenze.

 

La sua pittura conobbe una prima adesione al Neorealismo e a un intenso impegno socio-politico, coltivato nel segno di Picasso e del Cubismo, che negli anni successivi si trasformò in uno stile dai toni marcatamente espressionistici, proprio della Nuova Oggettività tedesca, con colori contrastanti e forme aggrovigliate. Fino ad arrivare negli anni Ottanta ad incorporare nei suoi lavori anche l’incisione, una tecnica che assumerà un ruolo di fondamentale rilievo nella sua produzione.