STAMPE E DISEGNI DAL XVI AL XX SECOLO - LIBRI ANTICHI E RARI

22 NOVEMBRE 2016

STAMPE E DISEGNI DAL XVI AL XX SECOLO - LIBRI ANTICHI E RARI

Asta, 0192
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
Ore 15.30
Esposizione
FIRENZE
18-21 Novembre 2016
orario 10 – 13 / 14 – 19
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it



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Stima   200 € - 25000 €

Tutte le categorie

181 - 210  di 260
196

CAVALCA, Domenico. Incomincia il prologo nel deuoto e morale

libro intitulatoSpechio de croce.[Venezia, Giovanni Guarino,

non dopo il 1476].

In 4to (211 x 140 mm). [144] carte, le ultime 2 bianche. Segnatura:

[a-b]8 c-s8. Carattere romano. Esemplare MINIATO al recto della prima

carta con decorazione a intreccio in rosso, verde, blu e argento;

iniziali rubricate in blu e rosso, alcune lettere del testo rialzate in

giallo. Legatura ottocentesca in chagrin bordeaux, piatti riquadrati

da filetti dorati, fregi floreali agli angoli, dorso (sbiadito) a 5 nervi e 6

scomparti, il secondo con titoli in oro, gli altri riccamente decorati in

oro; sguardie marmorizzate. Occasionali pallide fioriture marginali

e altre minime tracce del tempo, ma nel complesso copia molto

buona.

RARA EDITIO PRINCEPS, splendidamente decorata all’incipit,

di questo summa della dottrina cristiana scritta in volgare dal

Cavalca attorno al 1330. Si tratta della sua “opera più originale […],

e la più letta, come dimostrano i più che cento codici a noi giunti

e le trentotto edizioni. Il breve trattato svela chiaramente il nucleo

cristocentrico della spiritualità cavalchiana […]. La realtà quotidiana

scompare quasi del tutto […] mentre lo scrittore si concentra nell’evocazione

commossa delle pagine più drammatiche dei Vangeli, a

volte col soccorso di dettagli apocrifi. Anche in questo libro non

mancano rimproveri contro il clero […], contro i monaci che si scelgono

vesti delicate come quelle dei cavalieri, scusandosi col dire

che “il buon panno dura più” (cap. XIX); contro i ricchi che hanno

“molto maggior cura... dei loro cani, uccelli e cavalli, che dei loro

famigli e prossimi” (cap. XXX). Tuttavia queste allusioni alla società

contemporanea non distraggono dal discorso principale, che è fuori

dalla storia, e ripete il linguaggio fortemente immaginoso della

tradizione mistica. […] Ma di questo linguaggio metaforico, audace

e sublime, vive tutto il libro, violento e dolce assieme, crudamente

realistico nei particolari epperò assorto in una poesia visionaria.”

(Treccani).

Goff C343. IGI 2638. BMC V 219. GW 6414. ISTC ic00343000.

Stima   € 6.000 / 8.000
197
Stima   € 4.000 / 6.000
Aggiudicazione  Registrazione
198

Curtius Rufus, Quintus. Incomincia la Historia Dalexandro

Magno figluolo di Philippo re di Macedonia. [Florentiae, apud-

Sanctum Iacobum de Ripoli, 1478].

In folio (252 x 180 mm). [159] (di 166) carte. Segnatura: a8 b-f6 g-h4 I4

l-q4 r-s2 t-u4 x-z8&8 [us]8 [rum]8 A-D8. Mancano, come spesso accade,

le 7 carte finali Dii-Dviii, che contengono la Comparatione tra Giulio

Cesare ed Alessandro Magno scritta dal Decembrio. Il testo di Curzio

Rufo è completo. Carattere romano. Prima carta risarcita lungo

il margine esterno e con una sottile gora al margine superiore che

interessa anche le carte successive e ricorre occasionalmente nel

volume, assieme ad un paio di macchie d’unito, sempre marginali.

Legatura moderna in mezza pergamena con tassello al dorso

e piatti marmorizzati. Etichetta della libreria Rappaport di Roma.

PRIMA EDIZIONE IN ITALIANO, e terza edizione in generale,

dell’unica opera sopravvissuta dello storico romano Curzio

Rufo, volgarizzata da Pier Candido Decembrio (Pavia, 1399 – Milano,

1477), illustre umanista lombardo sepolto nella Basilica di

Sant’Ambrogio. Decembrio, prolifico scrittore e traduttore, occupò

varie cariche, tra cui quella di segretario di Filippo Maria Visconti,

duca di Milano. L’Alessandro Magno di Curzio Rufo fa parte delle

opere (un centinaio tra sacre e profane) uscite dalla nota stamperia

fiorentina del Monastero di San Jacopo di Ripoli, attiva tra il 1476 e

il 1484, ove la composizione tipografica era affidata alle monache

domenicane. Raro.

Goff C1006. IGI 3292. BMC VI 622. GW 7877. ISTC ic01006000.

Stima   € 900 / 1.200
Aggiudicazione  Registrazione
201

(Illustrati 400) PETRARCA, Francesco. Ad illustrissimum Mutinae Ducemdiuum Borsium Estensem

Bernardi Ilicini medicinae ac philosophiae discipuli

in triumphorum clarissimi poetae Francisci

Petrarchae expositio incipit. (Impresso in Venitia con grande

diligentia per Bernardino da Nouaranelli anni del nostro signore

1488 adi 18 aprile).

148 di 149 [1] carte. Segnatura: a-s8 t6. Assenti A1 e T6 (bianca). Carattere

romano. Testo circondato da commento in corpo più piccolo.

6 grandi xilografie a piena pagina entro ricche bordure figurate

in bianco su fondo nero.

[Rilegato con:]

PETRARCA, Francesco. Incominciano li sonetti con canzoni dello

egregio poeta messer Francesco Petrarcha con la interpretatione

dello eximio & excellente poeta messer Francesco Fhilelpho allo

inuictissimo Philippo Maria duca di milano. (Finisse li sonetti di

Messer Francesco Petrarcha impressi in Venesia, per Bernardino

da nouaranelli anni 1488. adi. xii. zugno).

110 di 112 carte. Segnatura: A-O8. Assenti A1 e O8. Carattere romano.

Testo circondato da commento in corpo più piccolo.

In folio (297 x 205 mm). Legatura moderna decorata a secco e

con borchie ai piatti, eseguita in stile. Ex libris di primo Novecento.

Margini risarciti in più punti all’inizio e in fine, soprattutto all’angolo

inferiore esterno, occasionali macchie e gore marginali, un paio di

gallerie di tarlo anch’esse marginali (una tocca il testo in un paio di

punti), margine esterno della carta C7 del Canzoniere tagliato di

netto (senza perdita di testo), breve strappo alla carta E7, gore più

consistenti alle ultime carte.

PRIMA EDIZIONE ILLUSTRATA con xilografie dei Trionfi

del Petrarca, di cui Essling scrive: “Les compostions de cette première

édition avec gravures sont différentes de toutes celles que

nous connaissons. Nous y voyons cependant les mêmes animaux

symboliques que dans les autres représentations consacrées à ces

sujets, sauf pour le Triomphe du Temps, où l’artiste a substitué aux

cerfs deux griffons.”Prosegue poi con una descrizione molto dettagliata

dell’iconografia dei vari carri trionfali, che in questa edizione

compaiono per la prima volta.

Goff P385. Essling 76. Sander 5599. IGI 7552 e 7533. BMC V 401. GW

M31643. GW M31700. ISTC ip00385000.

Stima   € 3.500 / 4.500
Aggiudicazione  Registrazione
202

VERGILIUS Maro, Publius. En tibi candidissime lector Publii Virgilii Maronis

opera cumSeruii Mauri Honorati grammatici: Aelii Donati:

Christophori Landini: atqueDomitii Calderini commentariis.

Venetiis, a GeogioArrivabene impressa, 1489 Quinto Kalendasquintiles.

In folio (280 x 198 mm). [viii] 346 carte. Segnatura: [pigreco]8 a-i8 k6

l-z8&8 [con]8 [rum]8 A-N8 O6 P-Q8 R-S6 T4. Assenti le carte [pigreco]1,

[pigreco]8, O6, P6-8. Carattere romano. Testo circondato dal commento

in corpo più piccolo. Grande marca tipografica Arrivabene

in fine. Margine esterno risarcito in più punti, anche con piccole

perdite di testo, e talora rifilato. Ricorrenti annotazioni in grafia

coeva e antica, manicule. Legatura moderna in pelle marrone con

decorazioni in oro, eseguita in stile (piatti imbarcati). Ex libris di primo

Novecento.

Rara ed importante edizione, di poco posteriore alla

prima edizione con il commento di Cristoforo Landino pubblicata

a Firenze nel 1487/88, anch’essa contenente, oltre a quello del

Landino, i commenti di Servo Mauro Onorato, Elio Donato e Domizio

Calderini. Si segnala che, delle 5 carte mancanti, la prima è

una bianca, mentre alle pagine che precedono [pigreco]8 e O6 il

testo termina con un “finis”, ovvero non appare troncato. Ciò che

invece è palesemente troncato è il testo del De signiscaelestibus,

che proseguiva su P6, assente assieme a P7 e P8. Ma del resto, la

maggior parte degli esemplari di questa edizione conservati presso

le biblioteche risultano mutili.

Goff V186. IGI 10214. GW M49865. ISTC iv00186000.

Stima   € 900 / 1.000
Aggiudicazione  Registrazione
203

LACTANTIUS, Lucius CaeciliusFirmianus. De divinis institutionibus adversus

gentes.(Venetiis, per magistrum Theodorum de

Ragazonibus de Asula, 1390 [i.e. 1490]. Vigesimo primo mensis Aprilis).

In folio (300 x 210 mm). [148] carte, di cui a1 e b1r bianche. Segnatura:

a-f8 g6 h-k8 l6 m-o8 p14 q-r8 s6 t4. Completo. Carattere romano,

con qualche passo in greco. Carta b1 decorata da iniziale

“M” miniata (ma purtroppo danneggiata dall’acqua) e da stemma

miniato al margine inferiore, contenente le iniziali “B. A.”, le stesse

della nota di possesso coeva “Bart. Aquaviva” su a1r. Capilettera

miniati in rosso e blu di diverse dimensioni. Prime carte interessate

da ampia gora (talora più evidente) e con piccola lacuna al margine

esterno (che nelle carte successive presenta una breve galleria di

tarlo); altre pallide gore e qualche foglio occasionalmente brunito.

Legatura in cartonato rustico con titolo anticamente manoscritto

al dorso e al taglio inferiore, sguardie rinnovate, ex libris di primo

Novecento.

Interessante esemplare miniato di questa edizione

delle opere di Lattanzio (ca. 250-317), celebre apologeta cristiano

e consigliere dell’imperatore Costantino. L’edizione, curata dal vescovo

umanista Giovanni Andrea Bussi (1417-1475), comprende

i sette libri del De divinis institutionibus, primo tentativo di sintesi

dell’insegnamento cristiano, seguiti dal De ira Dei, dal De opificio

Dei, dal poemetto in esametri De Phoenice carmina (con citazioni di

brani sulla fenice tratti dalle Metamorfosi di Ovidio e dall’Inferno di

Dante, canto XXIV, 106-111), dal De resurrectionis dominicae die, ed

infine dal Nephythomon, compendio delle Institutionibus. Nonostante

i difetti, si tratta di una copia genuina su carta forte e per lo più

bianca, particolarmente marginosa.

Goff L10. IGI 5627. BMC V 477. GW M16563. ISTC il00010000.

Stima   € 1.100 / 1.300
Aggiudicazione  Registrazione
205

QUINTILIANUS, Marcus Fabius. Raphaelis Regii in deprauationes

oratoriae Quintiliani institutionis annotationes. (Venetiis,

per Bonetum Locatellum: mandato ac sumptibus nobilis viri

Octauiani Scoti ciuis modoetienses, 1493, XVI kalendas sextiles

[i.e. 17 luglio]).

In folio. [206] carte, ultima bianca. Segnatura: [pigreco]2 a-z8 &8

[cum]6 [rum]6. Completo. Carattere romano. Testo circondato dal

commento in corpo più piccolo. Iniziali xilografiche in bianco su

fondo nero, grandi e piccole. Marca tipografica di Ottaviano Scoto

in fine, di tipo “A”.

[Rilegato con:]

QUINTILIANUS, Marcus Fabius. Declamationes C.XXX.VI. Parma,

Angelus Ugoletus, 3 luglio 1493.

[iv] lxxxxvi carte. Segnatura: []2 a–g8 h–n6 o4. Completo. Carattere

romano. Marca tipografica di Angelo Ugoleto in fine.

In folio (315 x 210 mm). Piena pergamena rigida settecentesca con

titolo manoscritto al dorso (tracce d’uso). Ex libris di primo Novecento.

Cerniera anteriore lenta, prime tre carte della prima opera

e ultima della seconda risarcite al margine inferiore, che presenta

anche una breve galleria di tarlo; foro di tarlo alle prime due carte

e qualche carta brunita nella prima opera; ampia gora al margine

inferiore che interessa tutto il libro, in alcuni punti più evidente ma

per lo più pallida. Copia impressa su carta forte e marginosa, nel

complesso buona.

Bell’insieme che si apre con il capolavoro di Quintiliano,

l’Institutio oratoria, commentata dall’umanista veneto Raffele Regio

(ca. 1440-1520), che fu il primo a tentare di correggerne i numerosi

errori (le “depravationes” del titolo). L’Instututio è un manuale

sistematico di pedagogia e di retorica in dodici libri, unica opera di

Quintiliano pervenutaci integra. Seguono 136 delle Declamationes

dette “minores” o “breviores”, commentate da Taddeo Ugoleto, ed

oggi ritenute spurie, ma ciò nondimeno assai interessanti per le

questioni giuridiche trattate.

Institutiones: Goff Q29. IGI 8264. BMC V 441. GW M36820. ISTC

iq00029000.

Declamationes: Goff Q22. IGI 8257. BMC VII 946. GW M36789. ISTC

iq00022000.

Stima   € 1.500 / 2.000
Aggiudicazione  Registrazione
207

(Illustrati 600 – Architettura – Terra Santa) AMICO, Bernardino

(d’). Trattato delle piante & immaginj de sacri edifizi di Terra Santa

disegnate in Ierusalemme secondo le regole della prospettiva,

& vera misura della lor grandezza. In Firenza, appresso Pietro

Cecconcelli alle Stelle Medicee, 1620 [1619 al colophon].

In folio (280 x 205 mm). [x] 65 [1] pp. Segnatura: ¶A² B²(-B2) C-F²

G²(-G2) H-L² M²(-M2) N-R² S²(-S2) T-V² X²(-X2) Y-2C² 2D²(-2D2) 2E-

2Q² 2R²(-2R2) 2S-2V². Frontespizio architettonico calcografico con

stemma mediceo e 34 splendide tavole fuori testo a doppia pagina,

incise in rame da Jacques Callot, contenenti 47 spaccati di edifici,

vedute urbane e la pianta di Gerusalemme. Iniziali e fregi xilografici,

grande marca tipografica in fine. Cartonato rustico coevo con titolo

manoscritto al dorso. Antica nota di possesso (1780) alla sguardia

anteriore (“Dono grazioso del Nobile Sig. Orazio Claudio Capra”).

Tutti i bifoli sono stati rimontati su brachette, carte occasionalmente

ingiallite, pallide gore, qualche piccolo restauro.

Il padre francescano Bernardino Amico di Gallipoli passò

cinque anni (1593-1597) a disegnare mappe, palazzi, e sezioni

di edifici in Gerusalemme, Betlemme e Il Cairo. Rientrato a Roma,

chiese ad Antonio Tempesta di finire i suoi disegni ed incidere le tavole;

l’opera, corredata dal testo di Amico, fu pubblicata per la prima

volta nel 1610. La presente edizione è la seconda e comprende

incisioni del celebre incisore francese Jacques Callot (1592-1635). I

disegni di Bernardino Amico sono stati i primi a fornire un’accurata

rappresentazione del Santo Sepolcro, e hanno posto le basi per la

moderna ricerca archeologica nei siti storici della Terra Santa.

Stima   € 1.200 / 1.400
Aggiudicazione  Registrazione
208

ARISTOTELE. Rettorica, et Poetica d’Aristotile tradotte di greco

in lingua vulgare fiorentina da Bernardo Segni gentil’huomo, &

accademico fiorentino. In Firenze, appresso Lorenzo Torrentino,

1549.

In 4to (212 x 138 mm). [xii] 355 [25] pp., ultima bianca. Grandi iniziali

xilografiche figurate. Raffinata legatura ottocentesca in mezzo

vitello, dorso a quattro nervi finemente decorati in oro e a secco,

piatti marmorizzati, tagli verdi. Rarissime fioriture, per il resto

esemplare su carta forte e immacolata.

Bella copia, appartenuta a Bellisario Bulgarini (1539-

1620), erudito bibliofilo senese, che la iscrisse al verso dell’ultima

carta “Di Bellisario Bulgarini, fu compro da lui tre carlini in Siena

l’anno 1575”. L’appunto del Bulgarini è seguito da altre note di possesso,

di cui l’ultima riassume i passaggi di proprietà del libro: “per

circa un secolo dimorò nella suntuosa biblioteca del Conte Carlo

degli Albertini … nella sua magnifica villa di Garda … finché entrò

nella ricca biblioteca del Conte Dottor Alessandro Magnaguti A.V. a

Mantova nell’anno 1941.” PRIMA EDIZIONE della traduzione di Bernardo

Segni, umanista al servizio dei Medici, che dedicò la presente

opera a Cosimo I. Per maggiori informazioni sul Bugarini si veda

Daniele Danesi, Cento anni di libri: la Biblioteca di Bellisario Bulgarini

e della sua famiglia, circa 1560-1660.

SI AGGIUNGE:

MACROBIUS, Ambrosius Aurelius Theodosius. In somnium

Scipionis Libri II. Saturnaliorum Libri VII. Nunc denuo recogniti &

multis in locis aucti. Lugduni, apud Seb. Gryphium, 1538.

In 8vo (156 x 110 mm). [lxxx] 586 [6] pp., ultime due carte bianche.

Marche tipografiche al frontespizio e in fine. Testo in corsivo, 7 diagrammi,

iniziali e fregi xilografici. Pergamena flessibile coeva con

titolo manoscritto al dorso e al taglio inferiore. Ex libris di primo

Novecento. Un paio di piccole macchie marginali, una pallida gora

all’angolo superiore delle ultime carte.

Copia buona e genuina, completa delle carte bianche

finali con la marca tipografica (spesso assenti), di questa edizione

che contiene le due opere principali di Macrobio.

SI AGGIUNGE:

CAESAR, Gaius Iulius. Commentarii di Caio Giulio Cesare tradotti

di latino in volgar lingua, per Agostino Ortica de la Porta. In Vinegia,

per Comin de Trino, 1541.

In 8vo (149 x 99 mm). 231 [1] carte, ultima bianca. Marca tipografica

al frontespizio, mappa xilografica della penisola iberica su due

pagine, seguita da 5 illustrazioni xilografiche a piena pagine, raffiguranti

fortificazioni. Testo in corsivo con iniziali e fregi xilografici.

Piena pergamena rigida settecentesca, tassello dorato al dorso,

tagli azzurri. Ex libris di primo Novecento. Piccola macchia bruna

al primo fascicolo, piccola galleria di tarlo al margine inferiore di un

paio di fascicoli, pallida gora alle ultime carte, ma nel complesso

buona copia

SI AGGIUNGE:

OVIDIUS Naso, Publius. I Fasti di Ovidio tratti alla lingua volgare

per Vincenzo Cartari Regiano. In Vinetia, (Francesco Marcolini),

1551.

In 8vo (152 x 98 mm). 264 carte, assenti LL1 con l’errata e LL2, bianca.

Marca tipografica al frontespizio. Testo in corsivo. Piena pergamena

rigida settecentesca, tassello rosso con titoli e decorazioni in

oro al dorso, tagli azzurri.

PRIMA EDIZIONE della prima opera di Vincenzo Cartari,

insigne umanista reggiano a autore della celebre iconografia mitologica

Imagini degli dei antichi.

SI AGGIUNGE:

PAUSANIA. Descrittione della Grecia, di Pausania. Nella quale si

contiene l’origine di essa, il sito, le città, ... Insieme co’ monti, laghi,

fiumi, ... & tutte le cose marauigliose, che l’hanno illustrata.

Tradotta dal greco in volgare dal s. Alfonso Bonacciuoli gentilhuomo

ferrarese. In Mantova, per Francesco Osanna stampator

ducale, 1593.

In 4to (216 x 163 mm). [xxviii] 464 pp. Titolo entro cornice xilografica,

iniziali e fregi xilografici. Testo in corsivo. Piena pergamena

flessibile moderna, tagli spruzzati. Timbro privato al verso del frontespizio,

pallida gora all’angolo superiore esterno, fascicoli occasionalmente

bruniti, ma nel complesso buona copia.

PRIMA EDIZIONE ITALIANA di questa antica guida della

Grecia. Cicognara, 2697: “Fu dedicata questa prima, ed ottima, e

rara versione italiana di Pausania al duca di Ferrara Alfonso d’Este”.

SI AGGIUNGE:

(Elzevier – Illustrati 600 – Legatura) LIVIUS, Titus. Titi Livii Historiarum

quod extat. Ex recensione I.F. Gronovii. Amstelodami, apud

Danielem Elzevirium, 1678.

In 12mo (148 x 80 mm). 788 pp. Frontespizio calcografico. Testo su

due colonne. Iniziali e fregi xilografici. Bella legatura ottocentesca,

firmata Trautz-Bauzonnet, in pieno marocchino rosso, dorso a 5

nervi con titoli in oro, piccolo timbro in oro al centro del piatto anteriore,

dentelle dorata, sguardie marmorizzate, tagli marmorizzati

e dorati. Ex libris moderno. Ottima copia.

Willems 1548.

(6 volumi)

Stima   € 700 / 900
Aggiudicazione  Registrazione
210

(Architettura – Illustrati 700) BERTOTTI SCAMOZZI, Ottavio.

Les bâtimens et les desseins de André Palladio recueillis et illustrés

par Octave Bertotti Scamozzi. Ouvrage divisé en quatre volumes,

avec des planches, qui répresentent les plans, les façades,

et les coupes. Tome premier [-quatrième]. A Vicence, chez Jean

Rossi, 1796.

[Con:]

PALLADIO, Andrea. Les thermes des Romains dessinées par André

Palladio et publiées de nouveau, avec quelques observations

par Octave Bertotti Scamozzi d’après l’exemplaire du lord comte

de Burlingthon, imprimé à Londres en 1732. A Vicence, chez Jean

Rossi, 1797.

5 volumi in 4to (230 x 175 mm ma Terme: 234 x 175 mm) rilegati

uniformemente in mezza pelle coeva, tasselli rossi con titoli in oro

ai dorsi, piatti rivestiti con carta maculata. Tomo I: [iv] 3-100 pp.

Antiporta calcografica con busto di Palladio, una tavola nel testo

e 52 rilegate in fine (di cui 11 ripiegate). Tomo II: [iv] 3-60 pp. e 51

tavole in fine (di cui 8 ripiegate). Tomo III: [iv] 3-52 pp. e 52 tavole

in fine (di cui 7 ripiegate). Tomo IV: [iv] 3-68 pp. e 54 tavole (di cui

8 ripiegate). Terme: 59 [1] pp. Frontespizio calcografico e 25 tavole

in fine (di cui 17 ripiegate). Fioriture occasionali, che interessano

soprattutto le pagine di testo e non le tavole architettoniche, tracce

d’uso alle legature, ma nel complesso buona copia genuina, con le

tavole in freschissima impressione.

PRIMA EDIZIONE IN FRANCESE, contemporanea alla terza

edizione italiana uscita nello stesso anno presso il medesimo

editore, di questa prima analisi critica dell’opera di Palladio condotta

da Ottavio Bertotti Scamozzi, architetto e studioso vicentino,

arricchita da uno splendido e copioso apparato iconografico.

L’insieme è completo con la prima edizione in francese delle Terme

dei romani con il commento del Bertotti Scamozzi, e con i disegni

palladiani che furono trovati da Richard Boyle, il terzo duca di Burlington

(1693-1753) durante i suoi viaggi in Italia.

(5 volumi)

Stima   € 1.100 / 1.200
Aggiudicazione  Registrazione
181 - 210  di 260