capolavori da collezioni italiane

9 NOVEMBRE 2016
Asta, 0187
14

RARA SCRIVANIA DA CENTRO, LOMBARDIA, TERZO QUARTO DEL SECOLO XVIII

Stima
€ 60.000 / 90.000

RARA SCRIVANIA DA CENTRO, LOMBARDIA, TERZO QUARTO DEL SECOLO XVIII

impiallacciata in noce e radica di noce, di forma mossa e bombata, quattro grandi cassetti più tre sulla fascia, su otto piedi in legno di noce intagliato, cm 84x164x77

 

Il passaggio della Lombardia dal dominio spagnolo a quello austriaco determinò, oltre ad un cambiamento dei confini del ducato, anche un’evoluzione del gusto estetico, con un progressivo abbandono dello stile barocco a favore del nuovo stile, il rococò, subito adottato nelle residenze delle famiglie lombarde più importanti dell’epoca come i Borromeo, i Litta, i Sormani o i Clerici. Vennero chiamati artisti di fama internazionale, che diffusero presso la ricca committenza lombarda la decorazione a rocaille, già adottata dagli architetti e decoratori d’oltralpe, caratterizzata dalle linee mosse e frastagliate che facevano da cornice alle pitture. Questo motivo a cartouche divenne la caratteristica principale del rococò lombardo e veniva utilizzata dalla gran parte degli artisti e decoratori dell’epoca, compresi i maestri ebanisti che affiancarono alle cornicette nere, decorazione tipica lombarda, una divisione del mobile in eleganti riquadri abbelliti da raffinati intarsi a motivo di rocaille, ispirandosi agli equivalenti modelli francesi e tedeschi, dando quindi agli arredi anche un carattere più internazionale. Tra i maggiori interpreti di questo stile possiamo nominare Pietro Canevesi, Giuseppe Colombo detto il “Mortarino” (fig. 1), Pietro Antonio Mezzanotti nonché un giovanissimo Giuseppe Maggiolini.

È senz’altro in questo contesto culturale e artistico che dobbiamo inserire la nostra scrivania da centro, che per dimensione, proporzioni ed unicità è certamente stata eseguita da un grande ebanista per una facoltosa famiglia lombarda; un preludio del lotto qui presentato può essere riconosciuto nella scrivania della prima metà del XVIII secolo proveniente da Villa Borromeo d’Adda ad Arcore (pubblicata da Clelia Alberici in Il mobile lombardo fig. 2), con una divisione frontale in tre pannelli intarsiati.

Essa è sorretta da otto robusti piedi finemente intagliati a volute intrecciate, da cui partono otto montanti bombati che ammorbidiscono il mobile eliminandone gli angoli e terminano con raffinati riccioli su cui appoggia il piano, sagomato e con bordura a becco di civetta. Di forma “a cattedra”, questa scrivania offre quattro grandi cassetti oltre a tre più piccoli nella fascia ed è decorata su tutti i lati, sui montanti e sul piano, da eleganti riquadri intarsiati che incorniciano la radica di noce negli spazi grandi mentre decorano gli spazi più piccoli. Questi intarsi, eseguiti in legno di bosso con motivi di rocaille sfrangiate, sono da riferire al decoro “a pelle di rapa” usato in Lombardia e di derivazione austro tedesca. Sul fronte presenta al centro uno stemma gentilizio, senz’altro da riferirsi alla committente originale.

 

Bibliografia di riferimento

C. Alberici, Il mobile lombardo, Milano 1969, p. 102;

R. Bossaglia, V. Terraroli, Settecento lombardo, Milano 1991, V.26